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27 ottobre 2011 4 27 /10 /ottobre /2011 11:15

di Ninnj Di Stefano Busà

 

L'ELEVAZIONE AL TRASCENDENTE NELLE OPERE DI SUPINO

 

Una sorta di florilegio visivo si evince, da subito, osservando, le opere del grande artista, che nella continua trasposizione dell'oggetto appone un'immateriale linguaggio fatto di atmosfere rarefatte, in una quasi ascesi contemplativa. Vi fa da sfondo una retrospettiva metafisica di grande rilevanza. Dell'arte di Giuseppe Supino è possibile intuire la sua formazione stilistica che adagia su figure sognanti, quasi evanescenti eppure sospese in una loro grazia di pensiero levigata e inenarrabile. Le sue sognanti figure sono disposte in uno status di rigenerazione intellettuale: una metafisicità di astrazione e di forma che ha precedenti nelle maestranze pittoriche del tempo passato, ma non cumulabili con altri artisti contemporanei, qualche affinità si mostra con Purificato, ma solo vagamente, da cui poi sa differire per la precisa e puntuale differenziazione dei luoghi d'anima, apparentemente impalpabili, dove il lirismo e il suo status-simbol sono la stessa cosa della sua sostanza che, dai tratti del volto, dalle figure e dal simbolismo prendono vita e si dislocano come ali in un cielo.

Infatti, sia nei pastelli che negli olii, e negli acquerelli, l'artista si contraddistingue  e marca la sua mano in intuizioni-emozioni che hanno il particolare privilegio del segno e della sua identità.

L'opera di Supino si apre a più ampie letture interpretative, la levità si esprime dalla materia verso il -sublime- 

Vi è una libertà quasi liberatoria nel suo trasfigurare momenti di sintesi e di incantamento. Vi è una quiete che è pacificazione dell'anima dalla tensione del mondo. 

Una gioia per i sensi!

Tutti gli elementi sono sintetizzati in una raffinata miscellanea di momenti pittorici classicheggianti che segnano un percorso solare tra la tradizione e la modernità.

La linea ad olio, ad es. esprime la moderna femminilità radiosa di una bellezza sensuale eppure angelicata, composta, sognante, quasi mitizzata nel suo cerchio magico di perfetta armonia contemplativa: percorre tutta la gamma della passione che infiamma, ma che si va stemperando in impalpabili morbidezze muliebri dai tratti quasi angelicati, levigati dal candore e dal sogno. I toni vanno dall'avorio al latteo "sintetico" di un biancore quasi "candore".

Il sorriso delle figure esprime un puro mistero che ne rileva in ognuna la sua innocente sensualità.

Supino regala una sua soprendente interpretazione moderna che è insieme sofisticata e preziosa. Una dualità del genere femminile che appare al tempo stesso, eterea eppure profondamente sensuale, in un "boisée" quasi floreale in cui le figure si stagliano nette.

Un tratto di rara perizia contraddistingue quasi tutta l'opera di Giuseppe Supino, che sprigiona una pura luce, quale solo l'inconfondibile mano dell'artista sa imprimere.

Vi ho osservato una nostalgia evocativa che si evince da tutta l'opera pittorica di questo ottimo artista, sublimata da calde sensazioni quasi tattili in cui l'utopia gioca un suo ruolo. Supino raggiunge il suo irrisistibile acme in uno slancio giocoso e solare che è l'essenza del suo spirito libero, l'elevazione al trascendente della sua vera anima, del suo "demon" artistico.  Una profonda religiosità, infine, si mostra da tutte le sue opere. Vi è ìnsita quella sapienzialità, quella perfezione che è alchimia profonda con la natura e coi sensi, avviluppati, quasi rivestiti di pudori ancestrali, dai quali si aprono lontananze e luci di altri mondi, di altre trasparenze, ed è in fondo quella luce e quella trasparenza che ogni grande artista sa infondere all'opera che resterà eterna, perché se ne possa contemplare il significato profondo che è, sì, simmetria di mari e cieli, di natura e di dolore, di sacro e di profano, ma il tutto intriso nella svagata irrequietezza di un presente che ci fa umani, pur se, nello stesso tempo, ci eleva nelle alte sfere della sublimazione attraverso l'arte che è il pensiero subliminale e perfettibile della verità divina.

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