Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
15 novembre 2012 4 15 /11 /novembre /2012 10:32

di Ninnj Di Stefano Busà

 

 

INGREDIENTI X 4 persone: 400 gr. di ricotta fresca, 2 bustine di zafferano, 1 barattolo di pesche sciroppate da 400 gr. 4 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di panna liquida, 20 gr. di colla di pesce, 1 bicchierino di Grand Marnier,  10 fragole per decorazione.

 

 

In una ciotola setacciate o schiacciate con una forchetta la ricotta insieme allo zucchero, aggiungete lo zafferano sciolto nella panna liquida, il liquore. Mescolate bene fino ad ottenere un composto ben omogeneo. Unite la colla di pesce disciolta in acqua calda e poi strizzata bene. Versate tutto in uno stampo da sformato, foderato di pellicola trasparente e dategli la forma di zuccotto, Coprite con la pellicola e ponete in frigo a rassodare per almeno 4 ore. Al momento di servire, tagliate a spicchi grossi le pesche estratte dal loro sciroppo, asciugatele e distribuitele su un vassoio, lasciando al centro lo spazio per porvi lo sformato, che trasferirete anch'esso su vassoio e guarnirete con fragole poste intorno al dolce. Spolverate un pizzico di zafferano solo sullo zuccotto e servite.

Condividi post
Repost0
12 novembre 2012 1 12 /11 /novembre /2012 10:53

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 400 gr. di tagliatelle all'uovo, 300 gr. di fiori di zucchine fresche, 1 cipollotto, 3 uova intere, 4 cucchiai di parmigiano grattugiato a scaglie, basilico, olio estravergine di oliva, sale e pepe q.b.

 

Mettete sul fuoco l'acqua salata per le tagliatelle. Pulite bene i fiori di zucca eliminando il pistillo dal centro e fateli rosolare tagliuzzate grossolanamente insieme allo scalogno tritato finissimo per circa 6 minuti, aggiungendo un goccio d'acqua, se risultasse il composto troppo asciutto, escludete la padella dal fuoco, unite il basilico tagliuzzato con le mani. In una ciotola sbattete le uova col parmigiano il sale e il pepe, se gradito anche un cucchiaio di panna. Scolate la pasta al dente rovesciatela subito nella padella e unite anche il composto d'uova, mescolando velocemente finché risulti rappreso e ben amalgamato. Trasferite le tagliatelle in un vassoio, spolverate con scaglie di parmigiano e una passata di pepe nero macinato. Servite caldo.

Condividi post
Repost0
12 novembre 2012 1 12 /11 /novembre /2012 10:31

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 100 gr. di mandorle tostate, 100 gr. di pistacchi, 3 uova, 50 gr. farina, 100 gr. di zucchero di canna, 1 busta di lievito per dolci, 1 cucchiaino di cannella, 1 limone non trattato, sale.

Per la frutta sciroppata: 100 gr. di zucchero semolato, 3 cucchiai di liquore Strega, 600 gr. tra pesche e albicocche, 2 fette di limone.

 

 

In una terrina sbattete i tuorli con lo zucchero di canna, finchè il composto risulti spumoso, poi unite le mandorle e i pistacchi tritati, la cannella, la farina, il lievito, un po' di sicco di limone e la buccia grattugiata, unite i tuorli montati a neve fermissima insieme a un pizzico di sale, incorporateli all'impasto mescolando bene. Versate tutto in una teglia col gancio rivestita di carta forno, livellatela col dorso di un cucchiaio e cuotece per 40 muniti a 180°. Intanto preparate la frutta sciroppata, lavatela, ascugatela, tagliatela a spicchi grossi e cuocetela per 10 minuti in uno sciroppo fatto con 2,5 dl di acqua con lo zucchero semolato, le due fette di limone e il liquore Strega. Escludete la frutta dallo sciroppo, fate ridurre un po' il liquido. Estraete la torta, versatevi sopra tutto lo sciroppo in modo uniforme per farla inumidire. Infine decorate il dolce con la frutta sciroppata in centro.

Condividi post
Repost0
9 novembre 2012 5 09 /11 /novembre /2012 11:04

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDENTI: 35o gr. di linguine fresche all'uovo, 2 fette di lardo di colonnata tagliato spesso, 1 porro, 2 rametti di prezzemolo, 2 zucchini, 14 gamberi rossi ben carnosi, 2 cucchiai di Brandy, olio extravergine di oliva, sale e pepe q.b

 

Ponete sul fuoco l'acqua salata per la pasta. Pulite bene i gamberi, eliminate il carapace e il filetto scuro, tenetene da parte 4 interi, tagliate gli altri a pezzetti. Tritate il porro molto sottile, utilizzando solo la parte bianca. Rosolate in una padella antiaderente il lardo tagliato a pezzetti minutissimi, il porro e gli zucchini a cubetti piccoli. Sfumate tutto con il Brandy, aggiustate di sale e pepe, unite i gamberi e fate cuocere per 10 minuti, mescolando ogni tanto e aggiungendo, se necessario qualche cucchiaio d'acqua. Scolate le linguine al dente, versatele nella padella e mescolate accuratamente, amalgamando tutto, spolverando un trito finissimo di prezzemolo. Sistemate su un vassoio, e spolverate abbondante pecorino grattugiato, o a scaglie larghe, utilizzando la grattugia coi fori larghi.  Sistemate i gamberi sopra per guarnizione e servite.

Condividi post
Repost0
4 novembre 2012 7 04 /11 /novembre /2012 09:33

 

 Franco Casadei: Il Bianco delle vele, Raffaelli Editore, Rimini, 2012-11-04

                                         

                                               di Ninnj Di Stefano Busà

 

 

La voce lirica di Franco Casadei si è distanziata ora dal coro del banalismo letterario e si è fatta distintiva di una personalità autonoma, la messa in opera di un discorso poetico che è storia ed è scrittura rivelative di un’accensione che si fa sentire anche da molto lontano. A mio giudizio, il bianco delle vele è un luogo di approdo, in cui Casadei ha raggiunto la libertà espressiva con una scrittura composita e si può bene affermare, ora, ben consolidata da anni di esperienze e di prove. Un libro in cui si sono andati affinando il suo garbo estetico, la sua piena consapevolezza e le sue molteplici emozioni, tensioni, suggestioni.

Casadei oggi è un poeta maturo, sa cogliere le immagini e farli splendere di nuova luce, di intensa e calda umanità, di florilegi inconsueti, ricomponendo i limiti della scrittura con un andamento che ne determini la tessitura, ne ricompatti le frammentazioni e ne dia risultati pienamente raggiunti.

È molto probabile che questo testo sia una tappa importante del suo repescage poetico, una sorta di revival di toni e di stratificazioni che sanno innescare il cambiamento, sperimentare nuovi processi mentali, metafore e ispirazioni dai quali si evincono l’accelerazione e lo sviluppo verbali.

Questa nuova raccolta si presenta coniata da una forza evocativa inequivocabile, che possiede una forza ascensionale originante da una rivisitazione interiore della sua vicenda personale. Vi si intuisce dietro un lavoro di lima e di (ri)strutturazione encomiabili, un’appagante pacificazione col mondo esterno, come ansia emozionale, impegno e matrice di luoghi di fantasia che necessitano di essere ricompattati e mostrati alla polifonia del tutto, a cominciare dai registri linguistici per trovare la misura esatta dell’archetipo: ogni poeta lo ha, e ne consegue da esso il linguaggio più o meno limpido che possa contenere il dettato della fascinazione e della bellezza in arte: “In questi tempi di anime arrese/ cosa sta all’inizio, cosa in fondo giace/  si tace in omertosa intesa/ resta un buco nero, /la sorda malinconia che ci accompagna.” (Smarriti, pag 22)

Parte da qui, dunque il viaggio lirico d Franco Casadei, per proporsi ad una rivisitazione dei paesaggi consueti, in una nuova ottica di consapevolezza della parola salvifica, come in questi versi di eccezionale potenza: “dovremmo accettarci come i fiori,/ non disdegnare di morire.”(Anche il cielo è nudo, pag.20)

Condividi post
Repost0
3 novembre 2012 6 03 /11 /novembre /2012 09:13

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 1 kg di farina bianca per dolci, 150 di strutto, 200 gr. di zucchero, 200 gr. di mandorle tostate e tritate, la scorza tritata di 1 intero mandarino, di un intero limone (non trattato) e di un'arancia, 1 bustina di lievito in polvere, 1 cucchiaino di bicarbonato, 1 cucchiaino di cannella in polvere, 1 cucchiaino di chiodi di garofano macinati, 2 cucchiai di liquore.

 

Su un piano infarinato riunite insieme lo zucchero, la farina, lo strutto, le mandorle tostate precedentemente (in un padellino antiaderente, senza alcun condimento), tutte le scorze tritate finissine degli agruni, la cannella, i chiodi di garofano, il lievito e il bicarbonato. Aggiungete il liquore e acqua quanto basta per ottenere un impasto morbido e liscio. Formate tanti cilindri lunghi 10 cm e spessi 2 cm ai quali darete la forma di una esse, Infornate sulla leccarda del forno rivestita di carta da forno, distanziandoli l'uno dall'altro per 10 minuti a 180°. Estraete e fate raffreddare

Condividi post
Repost0
30 ottobre 2012 2 30 /10 /ottobre /2012 16:25

 

 

Ninnj Di Stefano Busà: Il sogno e la sua infinitezza, (pref. Walter Mauro), Ed. Tracce, 2012

 

di Gianna Sallustio

 

L’ultima composizione (pag. 79) del testo è freccia che penetra sentimento e intelligenza del lettore: “La poesia.../involontaria fragilità e forza/ ha parole tremanti, dirompenti/ in grado di impregnare mente e anima, di mutare/ l’universo sensibile e le cose.”

Da tempo conosco l’autrice, sia attraverso la lettura delle sue opere, sia per averla conosciuta personalmente.

A lei è ispirata una mia composizione nella quale canti l’affinità che riusciamo a (ri)creare immediatamente, anche a distanza di anni trascorsi senza scriverci o telefonarci. sufficiente incontrarsi in un aeroporto e scatta l’abbraccio senza tempo.

Dunque entriamo nell’infinitezza del sogno percorrendo i versi della Busà come strade e sentieri, itinerari del cuore che dalla Gerusalemme dei vinti ci sublimano a cieli di catartico dolore. “...anche la vita con le sue distanze minime/ è un giro di valzer scordato.../la morte, una lingua muta/ che sbianca carne è sangue...”

Le metfore, i simbolismi che l’autrice crea, emersi dal suo immaginario lirico sono ad un tempo allegorie di memoria d’aria, di sorrisi di radici.

Ella tratteggia il paesaggio della ns. psiche, franta tra desideri e delusioni, innestandolo a paesaggi arborei, i quali intersecandosi ci propongono con dolce, prepotente, innocente meraviglia, ipotesi di volo, raggi di sole nelle brume dell’inverno.

Non è un testo facile da capirsi poiché la parola lirica è smaliziata, strutturata su analisi storico-razionale, laddove di storico non ci sono ordinarie stazioni di date, località e nomi, perché la Storia universale ed eterna di ogni essere umano, animale o vegetale è in funzione e significato della lirica.

Voglio dire che ogni composizione di quest’autrice non è solo onirica mediazione, è anche coraggio, visione oggettiva della fralezza, caratteristica sapiente e saliente di sentimenti e vicende, di ispirazioni e azioni.

Le ali dell’animo tese a candidi voli col tempo e le intemperie perdono ardimento; la resa più esplicita è la solitudine che come fiume sfocia nel leopardiano mare: “Ognuno sa, ognuno vede il florilegio/ farsi fosforo e porpora, svagato amore/ come di passeri al loro cielo agostano...” L’orizzonte della Poesia s’innesta a quello della Religiosità e diventa preghiera, coro di suoni armonici, elegia di memorie, oracoli di futuro.

E allora?...”Ci turba il paesaggio che riecheggia/ il diluvio delle mutate sembianza” nonché nostalgie e rimpianti, come relitti inabissabo la mischia dei perdenti (pag.41).

Così l’ultima sfida –vita o morte-  dei clandestin serrati in scafi di angosce e deliri che tentano incerti tragitti verso la speranza di libertà. Anch’essi uomini che nessuna legge ispirati da razzismi vari riuscirà a respingere totalmente.

Sono esodi biblici, rappresentano la nemesi del Sud di ogni nazione o continente nei confronti dei Nord, una sorta di maledizione. La ricchezza è per gli emigranti come la panna (o la m?..) che attira le mosche. Trattare queste tematiche è Storia; capacità di indignarsi attraverso gli strali dei versi è liricità eccelsa di Ninnj Di Stefano Busà.

I colori della Natura in questa poesia sono fragranti come all’aurora della Creazione: “verdi pascoli distesi al sole che allevano/ l’oro delle foglie, le sponde da cui presaghi/ ci aprimmo al nuovo giorno.” La scrittura di alto livello è epifania e presagio ottativo di un diverso modo di vivere e di convivere.

Il sogno-Poesia è ossigenante alternativa che i grandi poeti oppongono alle contraddizioni feroci del reale. Le illusioni, le gioie...”sciamano come fasci di fosforo nella penombra/ quando assaporano l’attesa che li nutre.” Il pascoliano fanciullino (l’innocenza attraverso la quale il poeta, anche a tarda età, osserva la vita sino a meravigliarsene...)nutre la poesia e ne fa resistenza al banale, inno al valore civico, etico, al coraggio: “dove le strade divergono c’è ancora/ quella speranza che non si arrende/ quel grido immenso di libertà/ che la fatica del divenire sorprende.” Nell’acuta prefazione del compianto Walter Mauro la poesia della Di Stefano Busà è riconosciuta come “densa e sottesa rinascita di proposte, drammaticamente e gioiosamente umane nel contesto del riscatto liberatorio...senza sovrastrutture...una lingua poetica semplice e naturale come sempre si addice alla poesia vera e autentica”.

Condividi post
Repost0
27 ottobre 2012 6 27 /10 /ottobre /2012 18:18

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI x 4 persone = 1 mazzo di asparagi, 1 cucchiaio di mandorle, 1 cucchiaio di pinoli, 50 gr. di pecorino grattugiato, 5 foglie di basilico, 1 scalogno, 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale e pepe q.b

 

Lavate ed eliminate le parti più dure degli asparagi, utilizzate solo le parti tenere e fateli sbollentare qualche minuto in un tegame dalle pareti alte con acqua salata. Scolatele e lasciateli raffreddare su un telo, asciugateli bene e versateli nel tritatutto o robotino, aggiungete le mandorle tritate, i pinoli, il basilico lavato e asciugato, lo scalogno tagliuzzato finemente, metà del pecorino grattugiato e frullate alcuni minuti, infine aggiungete a filo l'olio e mescolate bene tutti gli ingredienti con un cucchiaio di legno. Scolate al dente le linguine dall'acqua di cottura, versatevi sopra il pesto preparato e mescolate tutto con cura. Trasferite le linguine su un vassoio, spolveratevi sopra il resto del pecorino e servite subito caldo.

Condividi post
Repost0
6 ottobre 2012 6 06 /10 /ottobre /2012 15:52

 

 

 

Recensione a IL SOGNO E LA SUA INFINITEZZA di Ninnj Di Stefano Busà

 

 

Leggendo la poetessa Ninnj Di Stefano Busà attraverso la sua ultima silloge poetica ”Il sogno e la sua infinitezza” sospetto immediatamente che il leitmotiv sia quello della solitudine, intesa come solitudine esistenziale, essenziale ed ineluttabile (“abitiamo l’addio….ognuno è muto nello slabbrato cerchio….tu solitudine  desolata, incolmabile orizzonte dei nostri desideri” e poi ancora” la fatica del viaggio ci rende corpi inospitali all’amore”)ma, come il Gabbiere di Alvaro Mutis  che “ sopporta la vita quando nessuno ascolta nessuno” anche in Ninnj Di Stefano c’è una forza centrifuga che le consente di fare l’elogio della solitudine stessa: (“mi fa rinascere creatura alare……”), per portare alla luce la valenza straordinaria della sua capacità di approdare all’equilibrio sereno della coscienza, dove vi è comunicazione universale con la natura e il mondo (“non sia epicedio di tenebra la malinconia del tramonto” o si leggano i versi “amiamo i silenzi rappresi nei corpi, nella pagina che lentamente accorda le creature”) .

La Poetessa, oltrepassando i confini dell’esperienza individuale, percorre i sentieri di ricerca della Luce, del superamento dell’Io, per avvicinarsi alla Verità, a ciò che ci fa essenziali: riconosco  nei suoi versi una sorta di dualismo, da un lato la donna della “desperanza” (rifacendomi a Mutis), che in alcuni momenti cerca di cogliere l’attimo (“chiedevo cattedrali, tatuaggi d’oro alle mie sere di gemme vive” ), ma se ne dissocia , epurata dai punti d’appoggio del contingente, in un ideale escatologico (“in Te solo le ferite del mattino sembrano incorruttibile luce che si propaga”), dall’altro la donna della trasformazione e della  RINASCITA, la donna dell’ordine, della maturazione della fede, che, mutuando un termine al mondo della fisica, non esiterei a definire donna dell’entalpia, nel senso greco di ”portare calore dentro” e Ninnj DiStefano Busà ci sa trasmettere il fuoco della sua passione(regalami lo strappo dell’abbraccio) e nel contempo ci guarda con serenità dall’ appagamento della sua illuminazione (“la poesia ha parole dirompenti…in grado di mutare l’universo sensibile”).

Questa è Ninnj Di Stefano, che emerge con voce ancora più limpida e potente rappresentando un punto di riferimento nel panorama della letteratura contemporanea  e con le sue parole di indubbia  forza morale sottolinea l’incertezza delle apparenze per dar corpo alla suggestione e all’abbandono di schemi terreni come siamo abituati a fare; Ninnj Di Stefano cerca di superare  il dolore del vivere in  complessa figurazione esistenziale, riportandoci alla mente le litografie di Odilon Redon “Dans le reve”, in cui il tempo-spazio si carica di valenze psichiche e cerca di esorcizzare l’angoscia che ne deriva: “La vanità della parola che non cede alla mestizia della carne” ma “sulla cangiante illusione riposa l’acqua dolce della tua fronte”.

Ebbene, cos’è dunque la trasformazione? È una crescita, certo, ma è anche una  maschera?...  strumento ideale per poter giocare con l’Io, per scardinare i legami con la soggettività e per assumere una identità diversa, né migliore né peggiore…credo che Ninnj Di Stefano non abbia bisogno di maschere, può permettersi di trasferirsi in un altro mondo, parallelo e ricchissimo di musicalità e tensione verso l’assoluto, dove diventa possibile comunicare in liberi orizzonti, senza timore di venir scoperti, senza una maschera che faccia da  cassa di risonanza per amplificare la propria voce…”la nostra gioia è arsura oppure che la Gerusalemme dei vinti ci indichi il sacrario del cielo?”

E il tempo, come ben dice Walter Mauro nella sua prefazione, è tema prediletto e imprescindibile della sua  lirica ,”tempo d’inattuabile, di impenetrabile” sia inteso come nostalgia(“racchiude in se ali di gioia...la vena rifiorente delle primavere d’acqua”), sia come inesorabile decadenza (“una tregua da cui escono illesi la morte e la vanità dei trapassati”), ma Ninnj Di Stefano si libera da queste paure ancestrali, dai rigidi schemi comportamentali che lo ingabbiano e fa sì che la sua raffinata  arte poetica diventi un autentico atto sacro, dove la ricchezza dell’interiorità unita ad un lessico raffinato le consente di manifestare appieno il suo estro creativo  prepotente e la realizzazione della sua dimensione di purezza, in un percorso salvifico del vero Se’…parafrasando Antonio Porchia, sento che potrei attribuire a Ninnj Di Stefano Busà la celebre frase “prima di percorrere il mio cammino, ero il mio cammino”: cosi scrive la Di Stefano: “Siamo ombre alla luce della resurrezione” e nell’avvicinarmi all’altezza delle sue parole ne sono rimasta incantata e sgomenta.

Di un virtuosismo estremo, ma puntuale e fedele alle varie sensazioni: (“la vanità della parola che non cede alla mestizia della carne”), in una continua seduzione per il lettore (a tratti ci restituisce l’innocenza, l’amore… (“ma non abbiamo ali che ci spingano in mare aperto”) ed è proprio la sua capacità di risintetizzare il disagio esistenziale e la solitudine coniugandoli con una malinconia non priva di speranza (“cancelliamo i giorni dal calendario, ci offriamo alla dimenticanza”), che la rende una grande Autrice, dalla cui penna ogni parola che nasce è autentica arte.

 

Warmbad Villach, 6 ottobre 2012                                               Gabriella Pison

 

 

 

 

 

Condividi post
Repost0
5 ottobre 2012 5 05 /10 /ottobre /2012 11:35

Dopo il successo della prima edizione del Premio Letterario Internazionale di Poesia e Narrativa, “L’integrazione Culturale Attraverso La Letteratura” , organizzato dal Centro Ecuatoriano de Arte y Cultura a Milano ed dal Consolato Generale dell’Ecuador a Milano, il 26 maggio nella Sala Montanelli-Lanfranchi del Circolo della Stampa di Milano, si conclusa con la premiazione dei vincitori l’edizione 2012 del premio.

La serata è stata dedicata a tutti gli scrittori e poeti che hanno partecipato a questa seconda edizione del premio fortemente voluto dal Ceac e in particolare da Guaman Allende, presidente del premio e addetto culturale del Concolato dell’Ecuador. Molti i premiati nelle diverse categorie sia per lavori inediti sia inediti. 

A Milano, la nuova sede rinnovata del Circolo della Stampa al civico 48, era gremita fino all’inverosimile. La giuria: (Presidente) NinnjDi Stefano Busà coadiuvata da Franco Loi, Mario Santagostini (nella foto), Maurizio Cucchi, Davide Rondoni, Corrado Calabrò, Michelangelo Camelliti, Alessandro Quasimodo, Sveva Casati Modignani, Alessandro Vavassori, Guaman Allende, Haidar Hafez ha deliberata la rosa dei Vincitori e assegnato i riconoscimenti alla Cultura e alla Carriera a molte personalità dell’agone contemporaneo.

Tra i presenti: Vittorio Sgarbi che diventa da questa edizione Presidente onorario del Premio, Stefano Boeri Assessore alla Cultura del Comune, Elsa Fonda, Aldo Pirola, Fabrizio Arensi, Stefano Zurlo, Andrea Battistini, Flavio Ermini, Roberto Sarra, Giampiero Neri, Irma Dioli, Gregorio Giungi.

Condividi post
Repost0