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3 marzo 2011 4 03 /03 /marzo /2011 09:27

di Ninnj Di Stefano Busà

 

E' una poetica da e per il mondo, una verifica che raduna la parte più intima e sincera di un distacco suggerito dall'indagine conoscitiva e dall'esito linguistico di un progetto culturale ben più profondo, di quanto appaia di primo acchito.

Un florilegio, quello di Vello, che rivela un linguaggio elaborato alla luce del più illuminato esito linguistico, una sorta di palestra esplorativa delle avanguardie letterarie. Si colloca in una via di mezzo tra modernismo e classicismo, tra alfabeto e storia, tra emozione e segno.

E' una produzione lessicale portata alle sue estreme conseguenze, che fugge dal minimalismo della post-modernità, ma nel contempo ne teorizza la pratica, ne esegue la trama narrante di un superamento: " tra le più stupide e inutili cose/ è scrivere poesie, spasmo neuronale/ equilibri riflessivi, trattenimenti sinaptici/ in circoli sintattici, ermetici o distruttivi."

Si evince una sorta di antipoesia che vuol dominare il flusso di decubito, ma nel contempo vuol agire a livello inconscio con una proposta di (de)strutturazione che sia una più attenta ipotesi di poesia stessa.

Da queste premesse non poteva che ingenerarsi una dialettica di fondo il cui esito è difficile da prevedere, e in ciò ad es. si delinea e prende corpo la parola < amore>; non mancano i punti di domanda intorno ad essa: " tu scorrerai nel ricamo della domanda aperta/ io fluirò di evento in evento tessuto/ e cucito al Sì e al No"

E poi ancora nello stesso testo: "Siamo il flusso e l'attesa, l'onda/ mai uguale e la corrente in tempesta/ rondini dul filo che spiccano il volo:" (Samsara, pag.17)

Nello sfondo ispirativo si evincono metafore come la "neve" ad es. oppure unal'utopia di  una margherita che dà il titolo alla raccolta, esse volutamente incidono sulla realtà quotidiana dell'essere, senza disdegnare quel sottofondo mitico-simbolico della scoperta di sè nella riflessione intorno al mondo, e nel significato emotivo delle dinamiche privatistico-ispirative. 

Una voce spiccatamente matura, quella di Vello, mostra nella lucidità del dettato un progetto diaristico della vicenda umana e della storia, una tematica culturale tra le più complesse e in grado di distinguersi da molti moduli linguistici di oggi.

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28 febbraio 2011 1 28 /02 /febbraio /2011 17:56

di Ninnj di Stefano Busà

 

Opera intensa e completa nella quale si riflette l'armonico itinerario poetico e umano di Antonio Maglio.

In questa sua nuova opera egli coglie il senso profondo della vita, lo rafforza a tratti in fioriture di malinconie, altre volte in attimi solari che sanno dare al paesaggio circostante le tonalità proprie e le connessioni di un "puzzle" che si ricompone tra le sue mani, ripercorre gli antichi splendori, le memorie e si porta ai confini provocatori e tunultuosi di sottili ricordi. Il verso segue spesso l'andatura dell'emozione, si fa sereno e pacato quando il poeta sa distendere il suo disagio, la sua pacata tristezza, si tende a velluti di labbra quando "amore" lo inonda in striature coloristiche, in note distensive che conducono talvolta il lettore in visioni quasi oniriche, a emozioni che danzano con la consapevolezza del sentimento e la forza espressiva della parola: "Volo nel vento a cercare le ombre che sussurrano lungo i muri antichi", "nei volti scavati e invecchiati" , "fantasia che sta oltre l'umano pensiero" e ancora si aggrappa alla speranza il suo sogno, si fa docile al lirismo trasognato delle emozioni e delle passioni, sorveglia "le foglie sempreverdi che ridono ai rami" .

Sono anche riflessioni ponderate teologico-esistenziali le sue composizioni poetiche, frequentemente vi sono inserite scritte in latino, che danno la misura della dimestichezza del poeta nei riguardi della cultura, soprattutto della sua professione di docente cui non fa difetto la lingua latina, come ad es. in questi versi: "Quia vidisti me...credidisti;/ beati qui non viderunt et crediderunt" Bellissimi anche altri tratti ripresi da espressioni della Bibbia in cui si fa riferimento al Regno di Dio. "Ogni sguardo sull'avvenire/ è insidiato da morte e paura/ se l'uomo non ha davanti a sé/ la libertò dei figli di Dio" E' il Regno di Dio / il bene più alto, il tesoro più prezioso." (16 cfr Mt 6,26;33)

Antonio Maglio sa costruire il verso in maniera eccellente, dargli vitalità e luce, imporre alla parola una scrittura omogenea e compatta, la quale da alata messaggera conduce un lessico elegiaco, tendente alla purezza espressiva, alla luminosità della sintesi. Si evince anche una solida conoscenza della sintassi e una perizia nell'affrontare l'ordito di una tessitura agile ed elegante, tesa a captare segnali in cui si muove con disnvoltura tutto l'impianto stilistico.

Sullo sfondo si delinea un'anima inquieta, dolente a tratti, ma non doma. La fonte segreta di questo poeta zampilla di acque, di bagliori, di riflessi che condizionano le note più alte del suo dettato lirico: "Ogni metafora finisce qui/ ogni filosofia ricomincia:/ Vagheggiano ombre di luce ineffabile" (Se esiste, pag. 28).

Maglio sa rapportarsi agli attimi di sofferenza con il dovuto distacco, non resta invischiato in un pessimismo insofferente e tentacolare, va oltre il disagio, oltre il dolore a cercarsi la Luce, dove le inquietudini sembrano non toccarlo, non contaminarlo, perché i suoi versi sfociano sempre in una rasserenante elegia, in un nitore espressivo che convince chi lo legge.

E' una poesia addolcita e scabra, dove la parola trova il suo punto fermo in un discorso evangelico, ancor prima che ecumenico, di cui il perno non è l'uomo, ma una sorvegliatissima metafisica, da cui non si esclude nessun individuo e da cui Maglio trova ispirazione e stupore, quasi incantamento pacato e tenace, mai melenso né sdolcinato, ma coraggioso e misurato ad un ritmo ontologico e di malinconia che pure attraversa tutto il suo percorso umano e intellettuale.

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27 febbraio 2011 7 27 /02 /febbraio /2011 14:56

di Ninnj Di Stefano Busà

 

Raccolta intensa e suggestiva, quella uscita vincitrice al Premio Histonium di Vasto.

Si tratta di una silloge armonica e compatta che possiede la caratteristica principale di essere un campanello d'allarme per la società moderna, la quale assiste impotente a genocidi, a diaspore, alla tratta dei bambini a scopi di guerra. In taluni paesi del mondo, per lo più a carattere dittatoriale, essi vengono veicolati come bombe a mano, in territori di guerriglia: bambini-soldato come Naftal ad es. il quale ha visto azzerata la sua fanciullezza, bruciata e profondamente umiliata in territori di morte la sua giovane vita, in quei luoghi profondamente colpiti da rais feroci e dissennati, dove essere bambini non significa <spensieratezza> come nel resto del mondo, ma interpretare la sorte come un destino atroce di sofferenza, in un groviglio di sangue e di stenti.

Marina Pratici li paragona a piccoli fiori che vengono strappati alla terra madre per essere deportati come soldati in territori dove la violenza è parola d'ordine, dove, assistere allo sterminio di altri esseri umani innocenti è un fatto abituale.

Da qui, la tragedia, il dramma delle loro piccole esistenze, delle loro vite spezzate, dei sogni o giochi di bambini traditi o defraudati, strappati spesso a viva forza alle loro famiglie, essi vengono addestrati in territori inospitali dove un destino di morte e di atrocità li attende.

Da questa antitesi di disperata condizione esistenziale nasce il dettato lirico di Marima Pratici, che a volte assume il tono di una cantica di morte, altre come Naftal la racconta con toni accorati e una pena incontenibile: "non ha più madre, non più padre/ solo padroni che addestrano il suo corpo/ con danze di machete"

Parole lapidarie che Marina usa per dichiarare il suo disagio emotivo, la sua sofferenza per il loro disadattamento affettivo, per la privazione dei diritti umani perpetrata a danno di quelle povere creature votate ad una fine atroce.

Marina Pratici usa un linguismo corroborato da una dignità e da una sensibilità materna, adotta toni apparentemente pacati, mentre vorrebbe urlare la sua rabbia, la sua profonda pietà a quei fanciulli sfortunati, lo fa dolorosamente in sottotono rispetto alla sofferenza degli episodi trascritti, ma si evince il disagio, il senso di dolorosa impotenza di fronte al dolore tragico del mondo.

La sua carrellata alla sofferenza investe anche altri momenti del disadattamento ambientale e morale, lo strazio e il tormento umani avvertiti, in un altro avanposto di dolore e frustrazione, di solitudine: evidenzia lo stato degli anziani della Casa di Riposo:"Ti aspettano in cornice di finestra/ con occhi lucidi di cucciolo".

La gioia si mostra spenta sui loro volti, al di là delle vetrate intuiscono la loro precarietà, l'affievolirsi delle loro forze vitali, la rassegnazione che si va delineando, in altre parole il filo della loro esistenza che diventa sottile, come la loro speranza o il sorriso che si spegne piano, in silenzio, quasi pudico (per non dar fastidio).

Gli anziani sanno soffrire senza scalpore, quasi con sottile malinconia, in tono rassegnato, eppure  carico di abbandono, di faticosa presa di coscienza, di rassegnata e mesta sconsolatezza..

La poetessa prende a metafora delle sue profonde riflessioni "la rosa" esempio perfetto della ciclicità esistenziale. Questo fiore bellissimo sboccia, esplode nella fioritura profumata dei suoi petali, sfiorisce e muore, proprio come gli esseri umani. A loro, a tutti gli esseri che dolorosamente vivono condizioni di abbandono e di solitudine,  Marina Pratici ha dedicato questo libretto che ha ricevuto l'onore di essersi classificato al primo posto ad un Concorso tanto prestigioso. 

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25 febbraio 2011 5 25 /02 /febbraio /2011 16:42

di Ninnj Di Stefan Busà

 

INGREDIENTI. 200 gr. di pomodoro S. Marzano sodi e maturi, 1 ciuffetto di prezzemolo, 1 cucchiaino di zucchero, 1 noce di burro, sale e pepe q.b

 

Fate sciogliere il burro in una padella antiaderente, strapazzatevi le uova (cioé fatele rapprendere un po'), aggiungete il pomodoro tagliato a piccolissimi pezzetti, aggiustate di sale e di pepe fate cuocere solo qualche minuto, con un cucchiaino scarso di zucchero. Il pomodoro non deve risultare troppo cotto. Questo è il segreto. Si serve caldissimo cosparso di un trito finissimo di basilico, con crostoni di pane abbrustoliti.

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25 febbraio 2011 5 25 /02 /febbraio /2011 16:20

di Ninnj Di Stefano Busà   (X 4 persone)

 

INGREDIENTI: 350 gr. di spaghetti o tagliolini, 1 melanzana, 2 spicchi d'aglio, abbondante peperoncino, olio extravergine di oliva, 50 gr. di provolone piccante, sale q.b

 

Mentre aspettate il bollore dell'acqua per lessare la pasta, eliminate il picciolo alla melanzana, affettatela e tagliatela ancora a dadolini piccoli. Lasciatela in acqua a perdere l'amarognolo per un'ora. Scolatela e strizzatela forte tra due mani. In una padella antiaderente con 4 ucchiai d'olio e il peperoncino fate rosolare leggermente l'aglio, sbucciato e schiacciato (senza bruciarlo, poi eliminatelo). Aggiungete i dadolini di melanzana e fateli rosolare per 10 minuti, finché sono ben cotti. Scolate la pasta al dente, fatela saltare in padella, mescolando bene. Niente pomodoro. Servite caldo, dopo averla spolverata con abbondante provolone grattugiato e cosparsa di pepe (se gradito). Vino consigliato un Bonarda dei Colli Piacentini.

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25 febbraio 2011 5 25 /02 /febbraio /2011 16:09

di Ninnj Di Stefano Busà

 

SE AVETE LA DISPENSA SFORNITA, PIATTO POVERO, MA GUSTOSO, SEMPLICISSIMO, ADATTO ANCHE AI BAMBINI E AGLI ANZIANI

 

INGREDIENTI: 300 gr. di linguine, 100 gr. di conserva di pomodoro (o Polpa pronta in scatola, 50 gr. di burro, 1 cucchiaio di zucchero, 50 gr. di provola grattugiata, sale q.b

 

Mentre aspettate il bollore dell'acqua salata per lessare la pasta, fate sciogliere in una padella antiaderente il burro, aggiungete il pomodoro, lo zucchero, il sale e fate soffriggere per pochi minuti. Scolate al dente la pasta, fatela saltare nel condimento, spolverate abbondantemente di provola grattugiata o tagliata a scaglie sottili. Servite caldo con Guttirnio dei Colli Piacentini.

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21 febbraio 2011 1 21 /02 /febbraio /2011 11:31

di Ninnj di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 300 gr. di maccheroncini (o pasta corta), 1 scatoletta di carne Simmenthal, 1 scatoletta surgelata di verdure per soffritto (aglio, cipolla, sedano, carota), 200 gr, di polpa di pomodoro in scatola, 100 gr. di pisellini teneri surgelati, 4 foglie di basilico, 1 ciuffetto di timo, parmigiano grattugiato, olio extravergine di oliva, peperoncino, 1 cucchiaino di zucchero, 2 cucchiai di capperi sott'aceto.

 

Mettete sul fuoco l'acqua salata per lessare la pasta. In una larga padella antiaderente con 4 cucchiai d'olio fate rosolare il soffritto surgelato, aggiungete la scatoletta di carne, la polpa di pomodoro, i pisellini scongelati, il basilico e il timo tritati, 1 capperi sgocciolati, il sale e il peperoncino. Fate cuocere per 15 minuti. Scolate la pasta al dente, versatela nel condimento e fatela saltare per qualche minuto. Trasferite su un piatto di portata e spolverate abbondantemente con il parmigiano grattugiato. Abbinate un Nero di Tufo

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21 febbraio 2011 1 21 /02 /febbraio /2011 10:52

di Ninnj Di Stefano Busà

 

AVETE OSPITI E VOLETE FARE VELOCEMENTE QUALCHE TARTNA DA PRESENTARE?

 

Tagliate il pancarrè a triangoli, di ogni fetta fatene due pezzi. Mettete nel mixer una scatola di tonno sgocciolato dal suo olio, una manciata di capperi sgocciolati (o lavati e asciugati se sono sotto sale), 1 ciuffo di prezzemolo, e 50 gr. di Philadelphia o altro formaggio cremoso. Frullate spalmate sui triangoli di pancarrè e servite guarniti di qualche cappero, o un pezzetto di acciuga, o un gheriglio di noce, un'oliva: SBIZZARRITE LA VS. FANTASIA!

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21 febbraio 2011 1 21 /02 /febbraio /2011 10:23

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 400 gr. di fusilli, 2 spicchi d'aglio, 2 uova, 1 scalogno (o cipolla), 3 filetti di acciughe sott'olio, 1 melanzana, 8 pomodorini ciliegini, 100 gr. di olive nere snocciolate, 2 bustine di zafferano, 50 gr. di capperi, 10 foglie di basilico, olio extravergine di oliva, mezzo peperoncino, 80 gr. di pecorino grattugiato.

 

Lessate le uova (8 minuti dal primo bollore). Eliminate il torsolo alla melanzana, tagliatela prima a fette, poi a piccoli dadolini, tenetela a bagno in acqua a perdere l'amaro. Mettete sul fuoco la pentola d'acqua salata per lessare la pasta. In una padella antiaderente con 4 cucchiai d'olio fate appassire la cipolla o lo scalogno tagliati finemente con l'aglio schiacciato (che poi toglierete). Versate i dadolini di melanzana ben strizzati e asciugati, fateli soffriggere per alcuni minuti. Aggiungete i pomodorini nettati dai semi e tagliuzzati, le olive nere tagliate a rondelline, i capperi sgocciolati, il basilico tritato e i filetti di acciughe sgocciolati dall'olio. Aggiustate di sale e peperoncino e fate cuocere per 10 minuti. Scolate al dente i fusilli, fateli saltare nella padella con il condimento, irrorate con 2 cucchiai d'acqua tiepida nel quale avrete sciolto lo zafferano e mescolate bene tutti gli ingredienti. Trasferite nel piatto di portata, spolverate con abbondante pecorino grattugiato e una mimosa di uova tagliuzzata finemente, (fin quasi a sbriciolarle). Servite molto caldo, con un Gutturnio.

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20 febbraio 2011 7 20 /02 /febbraio /2011 14:28

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI.  14 fettine di manzo o di vitello (tagliate sottili), 200 gr. di prosciutto cotto, (tagliato sottile), 4 cipolle grosse di Tropea, 1 spicchio d'aglio, 1 grosso pomodoro maturo, oppure 100 gr. di polpa di pomodoro in dadini, olio extravergine di oliva, sale e peperoncino, parmigiano o pecorino grattugiato, 1/2 bicchiere di vino bianco, 6 foglie di basilico, alcuni fili di erba cipollina.

 

Fate lessare le bavette in acqua bollente salata. Intanto rosolate in una padella antiaderente con mezzo bicchiere d'olio tutte le cipolle tagliate finemente e lo spicchio d'aglio sbucciato e schiacciato (che poi toglierete). Aggiungete il pomodoro sbucciato e tagliato a piccoli pezzettini, aggiustate di sale e peperoncino. Lasciate cuocere a fuoco basso, coperto per 40 minuti, aggiungendo, se necessario, un goccetto di vino o acqua. Preparate gli involtini mettendo in ogni fettina ben battuta una fettina di prosciutto e una scaglia di parmigiano. Arrotolate ogni involtino e chiudetelo con uno stecchino. A metà cottura, versateli nel condimento e continuate la cottura, controllando di tanto in tanto  se si asciuga troppo. Nel qual caso, versate mezzo bicchiere di vino bianco e continuate la cottura. Scolate la pasta al dente, versatela nel condimento e cospargete con un trito finissimo di erba cipollina e basilico. A piacere spolverate il piatto con parmigiano o pecorino (va a gusto)

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