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12 luglio 2009 7 12 /07 /luglio /2009 09:32

Per chi non ha troppo tempo da dedicare ai fornelli, vi consiglio: BISTECCHE AL LATTE

Ponete 4 o 6 bistecche nel latte fino a coprirle del tutto. Lasciatele macerare coperte in frigo per 2 ore circa, trasferitele in un tegame basso
antiaderente con tutto il latte nel quale sono immerse, fate cuocere a fuoco basso finché il latte sia del tutto consumato. Salate e pepate leggermente a fine cottura. Ponete sopra le fettine un battuto di capperi e un'acciuga salata, servite in tavola con purea di patate o sottaceti. Per bere abbinate un vino delle isole: Malvasia di Lipari o un nero di Avola. 

                                        

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ANCHE QUESTA E' UNA RICETTA PER CHI HA POCO TEMPO: IL BRODO SI CUOCE DA SOLO INSIEME ALLA CARNE E AGLI AROMI
(sedano, carota, cipolla). A voi non resta che aggiustarlo

LESSO CON BESCIAMELLA

Se avete un ottimo brodo preparato precedentemente, ma una carne non troppo saporita, potete realizzare un lesso coi fiocchi così:

Tagliate con il coltello elettrico o a mano fettine di carne, cospargete di mostarda da ambo le parti e disponete su una teglia da forno. Intanto preparate una besciamella piuttosto dolce con 1 cucchiaio di farina, 50gr. di burro e mezzo litro di latte. Mescolate finché si addensi un po', prima di toglierla dal fuoco aggiungete 50 gr. di parmigiano o groviera o pecorino (secondo i gusti). Quando il tutto è amalgamato, versate sulla carne e ponetelo in forno per 10/15 minuti solo il tempo che prenda colore. Vino da abbinare: il Moscato di Cosenza o il Pollino, in mancanza di essi va benissimo un vino del Piemonte o della Toscana.




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PENNETTE VELOCI CON CIPOLLA


In una padella larga antiaderente mettete una cipolla affettata sottilissima, insieme a due cucchiai di olio di oliva extra vergine, oppure, l'equivalente di burro (per chi piace), aggiungete una piccola carota, un gambetto di sedano, sale e pepe q.b. Fate prendere colore al tutto. Aggiungere 4 o cinque pomodorini di Pachino dolci, fate cuocere per cinque minuti. Lessate le pennette al dente, conditele col sugo preparato avendo cura di togliere la carota e il gambo di sedano: rivoltatele in padella e servite dopo aver cosparso con abbondante grana parmigiano.


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BRACIOLE DI MAIALE SAPORITE

Prendete delle bracioline di maiale ben battute, (devono risultare sottili), passatele nell'uovo battuto leggermente salato e poi nel pangrattato, friggetele in una padella antiaderente con olio extra vergine di oliva, fatele assorbire l'unto in carta assorbente. Sistematele in una teglia da forno e cospargetele di una salsa di pomodoro ben aromatizzata con basilico tritato e noce moscata. Sistemate su ogni braciola una fetta di prosciutto cotto e una di fontina o asiago. Far cuocere in forno a temperatura moderata per 20 minuti. Servite ancora calde con un Greco di Tufo o un Aglianico, può andar bene anche un Barolo.


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SPAGHETTI CON MELENZANE AL FORNO ALLA SICILIANA

Occorrente: 3 uova sode, 2 o 3 grosse melanzane allungate, (non vanno bene le rotonde per i semi), 3 cucciai di olive nere, 1 etto di prosciutto cotto, 1 etto di parmigiano grattugiato o altro formaggio a grana dura.
Olio extra vergine d'oliva, sale e pepe q.b

Tagliare 2 melanzane a piccoli dadini,  dopo averle lasciate in acqua a depurare l'amaro per qualche ora, mettetele a friggere in un buon olio extra vergine di oliva. Scolatele su carta assorbente. Tagliate a listerelle sottili un etto di prosciutto cotto e olive tagliate in due parti. In una teglia antiaderente da forno, cominciate a fare gli strati: alternate uno strato di spaghetti che nel frattempo avete fatto cuocere al dente, uno stato di melenzane, uno di prosciutto e olive nere, uno di grana padano grattugiato o pecorino, uno di uova sode affettate. Finite con uno strato di spaghetti, coperto da abbondante formaggio e dischetti d'uovo sodo, spruzzate un po' d'olio sul tutto e mettete in forno per 15 minuti circa.



Strogonoff

Lo chiamano piatto alla strogonoff per dargli un'aria elitaria, ma è il tipico piatto di carne che faceva la mia nonna la domenica, perché piatto ricco che non aveva necessità di stargli troppo dietro:
Occorrente 1 kg di carne di manzo o di vitello tagliato a cubetti condito con olio, pepe e un po' di gran Marnier (due spruzzatine), una cipolla media, 4 cucchiai di extra vergine di oliva, una scatola da 400 gr. di polpa di pomodoro o pelati, noce moscata, sale e pepe q.b.

Lasciatelo marinare qualche ora nel suo sughetto. Intanto soffriggete in un tegame la cipolla affettata finissima, dei funghi champignons  o porcini (a piacere), fateli girare nel burro o nell'olio un paio di minuti, aggiungete la passata di pomodoro o la polpa dei pelati tagliuzzata piccolissima, la noce moscata, il sale e pepe q.b. Lasciatelo cuocere al fuoco lento per 2 o 3 ore. Servite caldo con insalatina mista o cavolfiore lesso, o purea di patate. Vini da abbinare Barolo, Gattinara o Grumello.

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12 luglio 2009 7 12 /07 /luglio /2009 08:59

Occorrente per 4 persone:
1 porro, 1 cipolla, 4 cucchiai colmi di polenta istantanea, 1 etto di pancetta affumicata o speck tagliati a pezzettini, 1 litro di brodo di carne o di pollo, ( può andar bene anche brodo di dado), parmigiano o pecorino 1/2 etto, 4 cucchiai di olio di oliva extravergine, sale e pepe q.b, una spruzzatina di vino bianco secco.
In una  tegame antiaderente soffriggere leggermente il porro e la cipolla tagliati sottili, aggiungete la pancetta affumicata o lo speck tagliati grossolanamente a pezzettini, fare imbiondire il tutto, versare il brodo e attendere il bollore, versare a pioggia la polenta e mescolare fino quando vi risulti una zuppa semiliquida. Mettere ancora calda nei piatti di portata, completare con parmigiano o pecorino grattugiato e servire.





Patate e sottaceti

Occorrente: 1kg di belle patate  di media grossezza tagliate a dadi, 2 cucchiai di burro, 1 fetta di pancetta affumicata, 2 cucchiai di capperi e 2 cucchiai di sottaceti misti.

Lessate le patate, sbucciatele e tagliatele a dadi non troppo grossi. In un tegame antiaderente mettete il burro a sciogliere e la fetta di pancetta tritata fine. Quando il burro sarà sciolto, aggiungete un cucchiaio di farima e fatelo ben colorare, finché risulta di un colore brunito, ma non bruciato, aggiungere mezzo litro d'acqua bollente, unire le patate e fare bollire a fuoco moderato finché l'acqua non si sarà del tutto assorbita.
Aggiungere i capperi, e i cetriolini sott'aceto tagliati a pezzettini. Servire il piatto freddo. E' un ottimo contorno.






LINGUINE SPRINT

Per 4 persone:
300 g. linguine, 2 acciughe salate o sottìolio, 200 gr. pancetta affumicata, 3 o 4 pomodori secchi o freschi (a piacere), mezza cipolla, 3 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale e pepe q.b
Mettete in una padella larga antiaderente l'olio con la cipolla affettata sottile, fatela imbiondire, unite la pancetta affumicata (quella già pronta tagliata a pezzettini), aggiungete le acciughe e lasciate che si sciolgano insieme al resto, unite i pomodori tagliati sottilissimi, non salate molto se le acciughe hanno il sale, lasciate cuocere per 5 o 6 minuti. Intanto che avrete fatto il sughetto sprint, si saranno lessate le linguine, scolatele, unitele al composto precedentemente preparato e mantecate con una spruzzatina d'olio extravergine, aggiungere il prezzemolo tritato finissimo, una manciata di buon pecorino o grana parmigiano grattugiato e oplà, buon appetito, con un buon bicchiere di Corvo siciliano.


TORCIGLIONI AL PESTO SICILIANO

Per 4 persone: 300 gr. di pasta a torciglioni, una scatola da 400 gr.di polpa di pomodoro, 200 gr. ricotta fresca, 2 spicchi d'aglio, mezza cipolla, un ciuffo di basilico fresco, 50 gr. pecorino siciliano grattugiato, prezzemolo, peperoncino una spruzzata, sale e pepe q.b
Intanto che la pentola d'acqua va in ebollizione per cuocere la pasta, in una larga padella antiaderente fate soffriggere l'aglio affettato, la mezza cipolla tagliata sottile, aggiungete la polpa di pomodoro, sale e pepe, lasciate cuocere a fuoco vivace per 15 minuti, incorporate dopo aver spento il fuoco: la ricotta, il basilico tritato, il peperoncino, rigirate per qualche minuto la pasta, dopo averla scolata,  per mantecarla un po' al sugo, spolverare con abbondante pecorino grattugiato e servire in tavola molto caldo.



BUCATINI ALLE ACCIUGHE

Per 4 persone: 400 gr bucatini, 5 acciughe grosse salate, mezza cipolla, 100 gr. pane secco grattugiato, 5 cucchiai d'olio extravergine d'oliva, pecorino o grana grattugiato a volontà, sale e pepe q.b

Lavate e diliscate le acciughe salate sotto l'acqua corrente, mettete sul fuoco una grande padella antiaderente con la mezza cipolla affettata sottile, fatela imbiondire, unite le acciughe e fatele disfare nell'olio quasi completamente. A parte, in un padellino antiaderente, senza olio, (ripeto senza olio), fate abbrustolire il pangrattato fino a diventare di un bel color nocciola, avendo cura di rigirarlo continuamente. Unite la pasta, dopo averla scolata, al sughetto ottenuto precedentemente, spolverizzate abbondantemente con il pangrattato e il pecorino o grana parmigiano a piacere. Servite il piatto fumante con un vino rosso di Salaparuta.



PASTICCIO AL RAGU' DI VERDURE

Pasta 300 gr.una salsiccia fresca (o carne trita), mezza busta di minestrone surgelato, 1 scatola di pomodori pelati (o polpa di pomodoro tagliati piccoli) mezza cipolla, i spicchio d'aglio, quattro cucchiai di olio extravergine oliva, 4 foglie di basilico, sale/pepe q.b,  parmigiano grattugiato.

Intanto che ponete sul fuoco l'acqua per la pasta, in una larga padella antiaderente fate soffriggere: l'olio, la cipolla tagliata sottile, l'aglio a pezzetti, quando imbiondisce senza bruciare, aggiungete la carne trita o la salsiccia, fatela insaporire per qualche minuto, aggiungete il vino bianco mezzo bicchiere circa, fate evaporare e unite la polpa di pomodoro, regolate di sale e pepe, aggiungete  mezza busta di minestrone e continuate la cottura per circa 35/40 minuti. Verso fine cottura, aggiungete il basilico tritato e spegnete la fiamma. Scolate la pasta, fatela mantecare per qualche minuto nella padella insieme al sugo e ponetela in forno in una teglia antiaderente per 10 minuti, altrimenti, servitela calda direttamente sul piatto con abbondante parmigiano grattugiato. Ideale abbinamento al piatto un Nero di Avola.




SPAGHETTI VELOCI ALLE ERBE E AROMI

Ingredienti: 300 gr spaghettini, o linguine, 2 cucchiai di prezzemolo e di basilico tritati,
(vanno benissimo anche surgelati), un tubetto di maionese, un po' di panna da cucina, 1 scatola di tonno o sgombro tritato, 1 uovo sodo, 2 alicette sott'olio, 4 cucchiai di extra extravergine di oliva, sale e pepe a piacere, e una buona manciata di parmigiano grattugiato.

Mescolare la panna con il tonno privandolo del tutto  del suo olio di conservazione. Deve essere tritato o schiacciato finissimo, unite il prezzemolo, il basilico, aggiungere la maionese, l'uovo sodo fatto a piccoli pezzettini, le alicette tritate sottilmente. Scolate la pasta, unitela al sugo e lasciatela amalgamare bene agli altri ingredienti per qualche minuto. Infine aggiungete dell'altro basilico, all'ultimo momento per aromatizzare e guarnire alla vista, e servite con sopra il grana grattugiato o non (secondo il gusto personale)

 



MACCHERONCINI IN SALSA LEGGERA DI POMODORO


Ingredienti: 300 gr. di maccheroncini o ditalini, mezza cipolla, noce moscata, 100 gr. mascarpone, 4 cucchiai di extravergine di oliva, 1 scatola di polpa di pomodoro o di pelati tagliati sottili, 3 cucchiai di vino Passito di Pantelleria, (o in mancanza di altro vino bianco), sale e pepe q.b

In una padella o tegame antiaderente, soffriggere la cipolla tagliata sottile, triturarla, se possibile, aiutandosi col fondo di un bicchiere o del batticarne, aggiungere la polpa di pomodoro, il sale e pepe a piacere, e la noce moscata grattugiata, spruzzare il passito o il vino bianco lasciandolo sfumare. Cuocere per 15 minuti circa. Infine legare il sughetto col mascarpone e servire caldo con scaglie di parmigiano grattugiate (o senza, a seconda dei gusti).

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11 luglio 2009 6 11 /07 /luglio /2009 15:40

Non si sarebbe potuto sperare di meglio. E' chiaro che vi sono sempre i detrattori e i cialtroni ai quali non va mai bene niente, ma bisogna ammettere che alcuni punti sono stati fissati, alcuni temi trattati con la dovuta attenzione e tante cose sono risultate il frutto di una mediazione di sicuro successo, l'effetto potrà essere verificato nel futuro, ma le basi sono state gettate ora, il cemento che unirà gli intendimenti del Vertice riunitosi a L'Aquila avrà di certo i suoi risvolti in quello che sarà un progetto condivisibile per le sorti di tutti.
Cominciamo col dire che questo è l'ultimo Summit che si riunisce con gli 8 Grandi della Terra più gli Ospiti e i delegati vari, a fissare regole e protocolli nei  punti cruciali degli accordi internazionali fra le Potenze più progredite dovranno essere poi oltre che le strategie da adottare, anche e soprattutto, l'attuazione dei piani decisionali dell'incontro, che ha messo a punto alcune regole che vanno tenute d'occhio e monitorate, se non si vuole che il mondo finisca a rotoli e precipiti nella più grave carestia per l'intero pianeta.
Ormai i Paesi industrializzati e i cosiddetti Paesi emergenti si sono resi conto che il mondo è piccolo, il sistema planetario globale nel complesso della sua struttura umana e, più in generale per il fabbisogno estremo di taluni paesi ridotti in miseria da dittature e guerre intestine, ha necessità di nutrirsi, se non si vogliono fomentare guerre fratricide e sancire il declino di una civiltà e la catabasi dell'intero pianeta.
Si deve fare in modo che non vi sia bisogno di emigrare e di esondare in modo così esorditante, con esodi di massa dai propri confini geopolitici per sopravvivere come disperati in terre straniere, perché se non si addiviene a soluzioni concrete, la terra su cui poggiamo i piedi e le riserve alimentari non saranno sufficienti a sfamare l'intero globo.
Ogni bocca ha bisogno di alimentarsi, ogni uomo della terra ha diritto ad avere acqua, per non piombare nell'inferno della siccità e della carestia, costruire acquedotti, strade, istruire e pianificare bonifiche in territori dimenticati dal mondo civile, fare dell'agricoltura il perno e il rinnovamento di un sistema che è andato troppo oltre mettendo i poveri del terzo mondo in una vera tragedia di povertà, ignoranza, fame, carestia . Il meccanismo globalizzato va rivisto, non si può più fare a meno di un processo storico che ha pure dei risvolti positivi di sviluppo economico e socialeci, ma va affrontato con metodi diversi e, soprattutto condivisibili e accettati anche da paesi emergenti. La globalizzazione ci  ha insegnato che non si può più coltivare il proprio orticello privato e mangiare patate o erba come le pecore, il mondo è cambiato, la telematica, l'informatica hanno fatto vedere la parte più ricca del pianeta, hanno mostrato il volto dell'avidità e dell'ingordigia dell'uomo. Non sono più sostenibili le troppe differenze tra ricchi e poverissimi. I paesi dell'Africa premono sulle Nazioni più civilizzate e industrializzate, perché affrontino il problema della fame nel mondo.
Senza questo adeguamento non vi potrà essere pace per nessuno e sotto il profilo umano e morale è qualcosa di veramente indegno. Avere un minimo di economia all'interno degli Stati è stato un accordo approvato, dovranno dare rendiconto i governi locali di come impiegheranno i finanziamenti che sono stati accordati. Vi sono da  fronteggiare nell'immediatezza : crisi, malattie, pandemie, sviluppo scolastico, ospedali, clima, ambiente, inquinamento etc. Il risultato complessivo di questo piano d'interventi realizzerà la sopravvivenza sul pianeta, o ne decreterà la sua distruzione. 
 Si sappia e sia chiaro a tutti che, se sprofonda nell'indigenza e nel caos un paese, a farne le spese è il mondo intero, non solo come si può intuire, quella deterninata parte del globo, ma l'intero mondo civilizzato . In quanto siamo una catena di montaggio, se si ferma un pezzo del meccasnismo, si blocca l'intera messa in opera. Vi immaginate voi, "diaspore" invasive, che si muovono clandestinamente come orde barbare e hanno come numeri milioni di persone che bussano alle porte per chiedere asilo, protezione, lavoro, scuole, cibo?
Sarebbe disumano non accoglierli, ma ancora più feroce e mortale la guerra che ne potrebbe seguire. Certamente si tratterebbe della III guerra mondiale e non sarebbe uno scherzo affrontarla coi mezzi nucleari oggi a disposizione.
Perché è un bel dire c'è il disarmo, ma all'occorenza si metterebbero le mani agli arsenali di guerra, agli armamenti che tutti possiamo ora immaginare come sistema empirico per decimare intere popolazioni o cancellare interi paesi dalla carta geografica.  Allora, accontentiamoci : crisi , economia e finanza, ecologia, fame nel mondo sono stati i problemi gravissimi da affrontare nell'immediatezza, ma non solo quelli.
Si è riusciti a spuntare 20 miliardi di euro, dilazionabili in tre anni per aiuti al terzo mondo, soprattutto all'Africa, continente poverissimo, in cui l'età di vita dei bambini non supera i cinque anni, e in cui il problema della sopravvivenza, della fame e della sete, del superaffollamento oltre che delle malattie endemiche è divenuto un problema di tutti i Grandi della terra. Stanziare quelle cifre per i paesi del sottosviluppo industriale e per i poveri della terra non è cosa da poco. Se si pensa che avrebbero potuto anche disinteressarsi, glissare oppure  omettere di dare sovvenzioni ai paesi i cui governi tribali ancora in sella da molti lustri preferiscono comprare armi, anziché dare pane alle popolazioni.
C'è da essere moderatamente fieri dei risultati raggiunti, non cercare il pelo nell'uovo e denigrare Berlusconi che è riuscito a spuntarla, a rendere tutto più facile, a stringere amicizie e a collaudare accordi che saranno nell'interesse del mondo intero. Il prossimo incontro non sarà più dei G8, anche di questo si è discusso, venendo alla conclusione di dover includere in un G14 anche Paesi emergenti, la cui importanza è capitale se si vuole giungere ad accordi condivisi e realizzare le opere che s'intendono raggiungere per ottimizzare la vita sul pianeta.
Alcuni anni addietro paesi come la Cina, il Giappone, l'India, la Korea del Sud, il Messico, non venivano neppure nominati, taluni Capi di Governo non volevano neppure parlare di abbassare il livello produttivo della loro industrializzazione: L'emissione di gas ha prodotto l'effettto-serra. e provocato l'inizio di un processo distruttivo planetario che, se trascurato o ignorato provocherà la fine.
Il fatto che se ne sia discusso è già positivo, prelude a nuove aperture e nuove soluzioni da apportare a breve tempo, e in ogni caso da ricordare e firmare nei protocolli governativi più diligenti.  Non cè più da aspettare, se si vuole sopravvivere all'impatto climatico, il sistema vitale non deve essere condizionato dal capitalismo e sfruttao solo da pochi , con utili stratosferici aberranti e devastanti; si devono abbassare i gas tossici che provocano ll'inquinamento atmosferico con l'emissione nell'aria del prodotto di scarto industriale. Il contrario di ciò sarà la fine certa di tutto e di tutti.
Infine, come si è visto, ognuno dei Grandi e delle loro consorti ha fatto a gara per ricostruire e rimettere in piedi le popolazioni dell'Aquila dopo il terremoto. Le chiese, o quanto meno alcuni grandi edifici e Ospedali saranno adottati da molti di loro che hanno capito il dramma, avendolo visto coi loro occhi. L'Idea di Berlusconi di far incontrare il Summit a Coppito, sperduto paese di un mondo rurale ignorato ed escluso fino ad ora dal resto del mondo, dopo la devastazione da magnetudo 8°, si è rivelata geniale e vincente. Non lo credevano possibile neanche i suoi stretti collaboratori e alleati, invece, la sua straordinaria, eccezionale personalità, il suo magnetismo incredibile,  hanno saputo creare intorno al Vertice un clima di distensione e di solidarietà;  in una situazione difficile ha saputo dare prova d'interpretare i desideri e le esigenze di una popolazione afflitta e colpita al cuore negli affetti, nelle case, nelle fabbriche, generando un filo magnetico di fratellanza che nelle grandi disgrazie è quello che fa smuovere i cuori con la generosità e solidarietà verso chi soffre.  

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11 luglio 2009 6 11 /07 /luglio /2009 15:16

di (Ninnj Di Stefano Busà)

Vi sono occasioni, feste, ricevimenti nei quali abbondano le pietanze in tavola. Per utilizzare gli avanzi di carne: arrosto, salsicce, polpette, etc potete fare il TONNATO d'accatto.

Lo chiamo così perché si utilizzano i pezzi di carne rimasti, ma credetemi, c'è la leccarsi le dita, perché è una ricetta inventata da me, di sicuro effetto. Niente di difficile, seguitemi:
Si riuniscono i vari pezzi rimasti, nel modo più asciutto possibile, togliere eventuali sughi, brodi, besciamelle, lasciare solo la carne, mettere a tritare nel tritacarne e farne un nuovo impasto, aggiungete 1 o 2 uova ed eventuali aromi, ma non troppi, perché gli avanzi sono stati precedentemente conditi. Rifare delle grosse polpette schiacciate con le mani, e dare una seconda vita, infarinandole e friggendole in olio extra vergine di oliva, fare assorbire l'eventuale rimasuglio di fritto su carta assorbente. Lasciare da parte.
Preparare la salsa tonnata mettendo nel tritatutto o frullatore: una scatoletta di tonno sott'olio di media grandezza, 2 o 3 acciughe salate sott'olio, 2 cucciai di capperi sott'aceto, 3 cucchiai colmi di maionese, 3 cucchiai di aceto bianco, mezzo limone spremuto, se la salsa risultasse troppo densa, diluitela con altro aceto, secondo il vs. criterio, senza esagerare.
Frullate il tutto.
Riprendete le grosse polpette già preparate in anticipo, tagliatele con il coltello elettrico a fette sottili, accomodandole su un vassoio, copritele completamente con la salsa tonnata e lasciate in frigo per mezz'ora. Il piatto di carne si può servire freddo o a temperatura ambiente.




POLPETTINE ALLA MIA MANIERA

Mettere a bollire in un tegame abbondante acqua un po' salata con 1 cucchiaio di burro. Intanto mescolate 1 kg circa di carne bovina, o di pollo o di tacchino, potete usare anche il contenuto trito di una salsiccia, unire sale pepe q.b, una manciata abbondante di prezzemolo, cipolla tritata finissima, un piccolo pugno di riso (a chicchi piccoli) e due uova intere. Fare con l'impasto ottenuto delle piccole, tonde polpettine che metterete nel tegame dove l'acqua bolle. Fare cuocere 40 minuti. Tenere al caldo le polpettine. Nel frattempo preparare una salsina sbattendo due uova intere con il succo di un limone, aggiungere un goccino di brodo delle polpettine, due cucchiaini di capperi, 3 olive senza nocciolo, 1 alice sott'olio 1 cucchiaio di aceto. Frullare il tutto, versare sulle polpettine e servirle calde 

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10 luglio 2009 5 10 /07 /luglio /2009 15:21

Rendete bella e accogliente la vs. casa, privilegiando i colori pastello, non infierite con colori accesi che dopo un po' stancano, facendoci venire voglia di cambiare. I colori troppo accesi abbagliano al primo momento, ma poi l'occhio se ne stanca e vuol tornare al -soft- Oggi è di moda l'abbinamento bicolore o  tinta su tinta, che occasiona il miglior rendimento e rende la casa luninosa e vivace, senza eccessi. Non sono più di moda le carte da parati, che sono state sostituite da ottimi colori traslucidi e del tipo  cosiddetto  -veneziano-  ovvero,  lisciate a specchio con sfumature della stessa tinta, o di un grado diverso di colorazione. Vi possono essere bellissime pareti con sfondo uniforme o arabescate da un sistema moderno di tinteggiatura, che imita e sostituisce la vecchia carta da parati, non più igienica e salutare per l'ambiente, soprattutto difficile da trattare, senza l'aiuto di esperti tinteggiatori/stuccatori.

 

 

 

 

VI OFFRO UN SISTEMA PER CAMBIARE SENZA STRUTTURAZIONI ED ENORMI SPESE IL VS. BAGNO.

Se le piastrelle del vs. bagno hanno bisogno di essere buttate giù e rifatte, perché vecchie, fuori moda, o imbruttite dagli anni. Non è il caso di preoccuparvi della spesa eccessiva che andrete a sostenere: preventivi murari, nuove piastrelle, rifacimento delle pareti costerebbero davvero troppo per le Vs. finanze, perciò, abbandonate l'idea della demolizione, per risolvere in modo autonomo, del tutto alternativo e senza eccessivi costi la ristrutturazione del Vs. bagno. Se sapete disegnare, dipingere o tenere in mano i pennelli, sarete di certo facilitati nell'impresa, perché  -il fai da te- è oggi un sistema di vita compatibile coi tempi.

I costi di manodopera specializzata sono enormemente lievitati fino a non essere più in grado di essere sostenuti. Dover rinunciare a tutto per mancanza di risorse finanziarie è davvero deprimente. Allora, prendete presso qualche colorificio di Vs. fiducia l'occorrente per rimodernare e rendere accogliente e nuovo il vostro vecchio bagno.

Vi sono guide cosiddette di supporto che considerano l'inesperienza della vs abilità di disegnatrice, fate un primo approccio su una piastrella, profilandone il disegno che avete scelto, poi proseguite sulle altre fino al completamento  del lavoro. In un secondo tempo, dopo aver finito la preparazione  di base, ripassate con un pennello o con una spatolina i colori desiderati. Riempite gli spazi vuoti, e contate sulla vs. abilità nel definire contorni netti e precisi, comportatevi come fareste con un quadro che si vuole dipingere, dategli sfumature e chiaroscuri se siete più abili, altrimenti accontentatevi di seguire alla lettera il maquillage, ponendo tutta l'attenzione possibile a non andare sull'ultima fila delle piastrelle.
Deve somigliare ad una "greca" la fascia disegnata che andrete a fare sulla penultima fila di piastrelle. E' indispensabile usare prodotti per dipingere su ceramica.

Chiedetelo espressamente al Vs. fornitore e usate il meglio di quanto c'è in commercio, marche accreditate, garantite di cui ogni buon rivenditore o colorificio è fornito, vi potranno essere di grande aiuto supporti plastificati con disegni minimi sui quali potrete intervenire senza timore di sbagliare. A lavoro finito vedrete il vs. bagno cambiare completamente l'aspetto decrepito, monotono e sciatto che aveva prima, per assumere un aspetto completamente nuovo e diverso, proprio come se aveste cambiato la piastrellatura con metodi tradizionali, ovvero, buttando giù le piastrelle dalle pareti con costi iperbolici.
In tal modo ve la caverete con le sole spese dei prodotti acquistati, e qualche giorno di fatica per voi. Ma ne varrà la pena, credetemi. Se poi non vi sentiste all'altezza del compito o disdegnaste di doverlo fare personalmente per il sospetto di non saper fare un bel lavoro,in ultima analisi,(ma proprio in ultima), valutate l'opportunità di farvelo fare da un buon stuccatore, disegnatore il cui nome, di certo, lo stesso colorificio può fornirvi. La spesa complessiva non sarà mai quell'occhio della testa che comporterebbe la ristrutturazione tout court. E il risultato raggiunto vi ripagherà ampiamente del sacrificio.

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10 luglio 2009 5 10 /07 /luglio /2009 15:04

di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI:Mezzo chilo di sarde un po' grosse
200 gr. pangrattato, 2 cucchiai di prezzemolo, 2 cucchiai di uva passa, 2 cucchiai di pinoli, 5 cucchiai di farina,un uovo intero,
2 spicchi di aglio, mezzo etto di pecorino o grana parmigiano grattugiato, 3 cucchiai di latte per rendere morbido l'impasto, 1 cucchiaio di pangrattato, olio extravergine di oliva,sale e pepe q.basta.

Unite tutti gli ingredienti amalgamandoli ad un uovo intero. Se risultasse troppo denso il composto, stemperatelo con un/due cucchiai di latte.
Aprite le sarde, evisceratele, togliendo testa e interiori, lavatele sotto acqua corrente e mettetele a sgocciolare su un telo o su carta assorbente da cucina. Cominciate a riempire ad una ad una  con l'impasto ogni sarda, arrotolandola leggermente su se stessa, dopo averla  infarinata, chiudendola con uno stuzzicadenti. In una padella antiaderente, scaldate abbondante olio, fate soffriggere le sarde girandole delicatamente da ogni lato, lasciate che perdano l'unto eccedente stendendole su carta assorbente. Allineatele in una teglia antiaderente, passate un filo d'olio e un goccino di vino, spolverate col pangrattato e mettete in forno preriscaldato a 180°per 15/20 minuti, versatele su un vassoio da portata ovale e servitele con spicchi di limone per guarnizione.

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10 luglio 2009 5 10 /07 /luglio /2009 14:39

di Ninnj Di Stefano Busà

Desideravo avvisare i miei numerosi utenti che da oggi inizierò a intrattenervi non solo con articoli di carattere economico/finanziaro, di politica, di Poesia, di attualità, ma anche di consigli, suggerimenti, pensieri, ricette, storie di vita, aneddoti, proverbi etc. 
Chiunque lo desiderasse potrà interagire con me e aggiungere al mio contributo ogni suggerimento atto a interessare il pubblico femminile su tutto ciò che ritenesse utile o migliorativo, per il buon andamento di casa, famiglia, studio, bellezza, arte, fantasia, pittura, scrittura, arredamento, floricultura, cucina, vini, come ricevere gli ospiti,come curare le piante di casa, intrattenere i bambini etc.
Io vi do quel che possiedo, se è troppo perdonatemi, se è poco aiutatemi a migliorare. 

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9 luglio 2009 4 09 /07 /luglio /2009 09:22

di Ninnj Di Stefano Busà

Il mondo di oggi non è quel che si dice di latte e miele, non lo è mai stato, ma in verità oggi ha assunto le caratteristiche di una disgregazione e di un dissesto che diventano sempre più inquietanti per il buon andamento della società in cui viviamo. Non vi è dubbio che ancora in molti paesi persistano forme di segregazione razziale, di privazione dei diritti umani, di sacche diffuse di vero imbarbarimento che attuano forme di prostituzione, di commercializzazione di organi, di pedofilia, di droghe pesanti, di distruzioni di massa, sfruttamento del lavoro minorile, di tirannìa, di violenza e sopraffazione d'ogni genere.
Il mondo è divenuto piccolo, si sono ristretti i suoi confini con le scoperte della medicina moderna, con gli interventi chirurgici a cuore aperto, con i trapianti di reni, di fegato e gli esperimenti di laboratorio per individuare cure appropriate quasi ad ogni malanno, la vita dell'uomo medio si è allungata di circa quindici anni per le donne e di dieci per gli uomini. Ciò, però non deve intendersi come qualità di vita, o soluzione ideale per ogni male, perché, purtroppo, e malgrado tutto il Male inteso nel senso profondo di ogni più sordido maleficio non è stato estirpato.
Si può dire che l'individuo ha fatto il salto di qualità, divenendo più raffinato e subdolo nel suo maleficio, nel suo apparente dissidio e contraddizione in ambito esistenziale si è creato un cerchio intorno e vi guazza nella più bieca indifferenza, nella più sordida e inguaribile esigenza di stare al centro dell'universo, lui solo, escludendo gli altri, ragione questa che gli ha affinato i sensi, inebriandolo di un'esaltazione egocentrica che lo proietta in una ragione profonda dell'io devastando in lui ogni forma di ragionevolezza, di logica, di equilibri.
L'uomo di oggi non è più inserito in una comunità che lo rende avulso da rischi, da pantagruelici appetiti, da pericoli di ogni genere, perchè ha acquisito la spericolatezza come categoria primaria del vivere e la spregiudicatezza come fondamento di ogni azione. L'uomo è rimasto...homini lupus, con quel marchio di cavernicolo che lo contraddistingue anche nel ventesimo secolo, come ai primordi.
Se possibile la sua barbarie si è trasformata in ulteriore e più raffinato accerchiamento, e in un isolamento più globalizzato che lo rende inquieto e smarrito, poiché gli mostra  la necessità di elaborare ogni giorno un piano diverso di comportamento e di soddisfacimento dei suoi bisogni egoistici che lo rendono immune da ogni sentimento, da ogni slancio di cuore.
La virtù del saggio sembra essere annebbiata da un senso di frustrazione e di anarchia totali all'interno di un equilibrio instabile che lo fa cosmopolita in un mondo che non lo riconosce, gli è estraneo, lo usa come soggetto di scambio fra se medesimo e la sua corrotta disciplina morale lo conducendolo ad una squalifica e ad una alienazione del subconscio. Di quei progetti che tanto rendevano la vita più vivibile e serena non vi è neppure l'ombra, ogni proposito di vita è inficiato da un senso d'inutilità, di riduttività che è l'anticamera della morte. Così, se prima l'atteggiamento di fronte al pericolo era limitato nel tempo/spazio di una ventina d'anni, oggi con i rischi e le follie centuplicate, globalizzate, l'assillo ha una durata maggiore, si innesca con la velocità della luce e serpeggia un'inquietudine che è invadente  per le sorti dell'umanità segnate dal più cupo pessimismo, rivolte ad avvalorare e perseguire fantasmatici domini di satana che portano direttamente all'inferno.
Le sorti dell'umanità sono cambiate e hanno abbandonato le remore morali quasi del tutto, andandosi a scontrare con quella determinatezza sconsiderata e senza inibizioni, esibizionista e libertaria di una furbizia fuori misura. Ciò che prima si otteneva con la volontà, il sacrificio e l'impegno oggi sembra elargito da una capacità subdola di surrogare la vita con l'edulcorazione dei principi che regolano il funzionamento della stessa.
Non vi sono più regole che possano valere per arginare il fenomeno della brutalità, della scorrettezza, della mancanza di coscienza, di morale, di principi.
In un pianeta che ha assistito all'allargamento dei suoi confini geografici, passando da un continente all'altro in poche ore, con un'accelerazione tecnologica  a medio e lungo raggio nell'industria aerospaziale che consente in 20 ore di giungere in Australia, (coi boing di ultima generazione) a New York, e ancora in Cina, in Giappone, in Brasile. In  tempi ridottissimi si fa la trasvolata del globo.
L' uomo è piccolo davanti al suo Mistero, perciò lo sfida, lo manipola, lo altera, senza il dovuto rispetto per la vita, la natura, Dio. Fin qui abbiamo tentato una spiegazione possibile, ma quel che è certo è che la logica del vivere è entrata in tilt.  Non ha senso esibire una recrudescenza del male che deteriora i nostri propositi più umanizzanti, ma l'equilibrio si è spezzato, la civiltà ha cominciato a perdere colpi, incapace di drizzare il timone la nave fa acqua e rischia d'inabissarsi, se non intervengono fattori di riequilibrio e di indagine sui motivi che hanno generato la grave distorsione epocale.

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6 luglio 2009 1 06 /07 /luglio /2009 09:04

a Ninnj Di Stefano

Una cosa appare di fondamentale importanza, a sfide globali bisogna dare soluzioni globali. Non vi saranno più orticelli privati da salvaguardare, ma obiettivi comuni che diano risposte sicure e affrontino misure globalizzate, per risolvere le numerose problematiche di proporzioni planetarie.
I Potenti della terra e i Paesi più sviluppati sono d'accordo su un punto:
la svolta è epocale e le decisioni devono essere nell'ordine condivise e accettate a livello internazionale e mondiale.
Il futuro del pianeta, le sorti dell'umanità stanno appesi ad un filo che ne deciderà le sorti e ne decreterà la svolta, l'utilizzo delle risorse, e le condizioni di vita sulla terra.
Idee e proposte devono scaturire da una valutazione complessiva e intelligente che tenga conto delle esigenze, dei bisogni e delle misure che possano influenzare e interagire con le categorie del sistema mondiale, modificandone gli assetti e le direzioni.
Il primo problema in assoluto è quello di riequilibrare e superare la crisi economico/finanziaria che ha investito in modo repentino e catastrofico il mondo moderno industrializzato, e stroncato il concetto di Capitalismo selvaggio all'interno del sistema fruibile delle risorse umane. L'intero meccanismo e i criteri valutativi di oggi rischiano di saltare,  di essere spiazzati da una forma di economia di mercato senza regole, pronta a colpire le categorie deboli, messa a punto dagli investimenti irriducibili, sfrontati, di una speculazione amorale, che annaspa fra le rovine di manipolazioni finanziarie portate all'aberrazione del culto del denaro facile, inquinato (vedere i Colossi Bancari di mezzo mondo, che hanno rischiato la catastrofe planetaria).  Se non si corre subito ai ripari condividendo nuove leggi e riconvertendo regolamenti vecchi di cento anni, l'umanità viene messa a prova di estinzione e di catastrofiche carestie, guerre e miserie del tutto imprevedibili.
Le normative devono essere approvate e condivise da un piano comune di difesa che oltre ad avere a cuore le sorti dell'intera umanità, possa affrontare nell'immediato le stategie da usare per la sorveglianza degli apparati sensibili, all'etica e alla morale. L'incontro del G8 previsto a giorni, dovrà cimentarsi con le insidie e le frodi internazionali, con le sofisticazioni alimentari, le interferenze fra stati ricchi e indigenti del pianeta, allo scopo di evitare gli stessi errori.

Le sfide sono tante e diversificate fra loro: 

abbattere il terrorismo che è risultato l'arma più pericolosa per la sopravvivenza pacifica dei popoli.
Si deve far fronte comune ai cambiamenti climatici, introducendo normative sui sistemi di deforestazione che, da sola, è responsabile del 30 per cento delle emissioni dei gas e prodotti inquinanti che causano il riscaldamento mondiale, provocando il buco nell'ozono e con esso i cataclismi e gli sconvolgimenti ambientali anche della fauna e della flora.
Verrebbero drasticamente meno le risorse alimentari, a fronte di un aumento della popolazione mondiale che risulterebbe nettamente superiore alle sue effettive capacità di fronteggiarle. Fermare l'attenzione sul rinnovamento dell'energia pulita, alternativa al prodotto petrolifero che fomenta e istruisce le speculazioni sull'oro nero,
allo scopo di defiscalizzare e rendere meno dipendenti i paesi non produttori .
Risolvere la questione mediorientale fra la Palestina e lo Stato ebraico.
Occorre un protocollo giuridico che liberi la donna dallo stato di subordinazione e di schiavitù da leggi arcaiche degli stati-canaglia che infibulano ancora le donne e le tengono ingabbiate come fiere allo zoo, attraverso l'onta e il sopruso di un maschilismo esaltato, portato alla sua estrema logica di sopraffazione, protetto dalla shiaria, che le priva di ogni dignità e dei più elementari diritti umani, mettendo a tacere ogni minimo segno di riformismo e di risorse umane, relegandole al ruolo di sottosviluppo e di declassificazione oltre che ad escluderle intellettualmente, tenendole lontane da ogni forma di culturalismo e di risorse umane.
Il pianeta ha bisogno di riforme, di fattori comuni d'intesa che abbiano lo scopo di valorizzare la persona umana, evidenziandone, semmai,  la ragione organica e biologica della marcia in più che contraddistingue il genere femminile. Le donne infatti possiedono l'intuizione formidabile dell'intelletto in grado di  capire i limiti delle condizioni umane, oltre ogni immaginazione, di fissare obiettivi sicuri, progetti di avanzamento e di lavori interattivi che mostrano, in tutto o in parte, la loro condizione di esseri pensanti e raziocinanti.
Ma del resto l'uomo non è stato generato dalla donna? come può, dunque, farsi suo padrone e carnefice? 
Sta alla donna trovare la giusta misura per vivergli accanto, esercitando il giusto equilibrio fra i due sessi, istruendo uno stile di comportamento adeguato, rigoroso e protettivo, fatto di umanità e di illuminanti progetti futuri. La donna moderna è in grado ormai di provvedere a se stessa, non ha la tendenza a sottomettere l'uomo, perché non vuole accanto a sè un burattino prono ai suoi voleri.  Si dia forma ad una possibile mediazione, perché la donna abbia il rispetto che merita, in seno alla comunità che è fatta di entrambi i sessi, affinchè anch'essa possa godere dei diritti umani e giuridici di tutti i paesi civili, affinché anche in quelle aree di sottosviluppo e di oppressione vi sia la possibilità di valutare il quoziente intellettivo della donna, capace di grandi slanci e di grandi traguardi per il buon esito dell'umanità che è stata calpestata troppo ingiustamente da una genia di uomini che dimostrano ancora una volta la limitatezza del loro sviluppo cerebrale, infliggendo alle condizioni femminili tutta la durezza e la sopraffazione di un primordiale status di schiavitù, non più sostenibile per un mondo globale che può intravedere nella donna la svolta epocale, con una possibile riforma sistemica dell'umanità, nel programmare una vita migliore, meno gravida di nefandezze e più illuminata dalla luce dell'intelligenza.
 

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2 luglio 2009 4 02 /07 /luglio /2009 08:11
di Ninnj Di Stefano Busà

Un mondo che ha fame è un mondo sotto scacco, un mondo martoriato che si rende conto di essere ancora in stato di priorità primordiali, e nella fattispecie, si dibatte per non soccombere alle necessità del proprio sostentamento. Un mondo siffatto, privato di una visione universale della civilizzazione, entra in fibrillazione se scopre che il sistema mondiale di prima non è più un modello perseguibile, smarrisce la bussola, corre in modo compulsivo e smodato, per vedere di arginare, per quanto possibile, il rischio di una catabasi planetaria irreversibile.
L'uomo aveva creduto di aver superato, almeno in parte,  i pericoli in agguato: le tre guerre mondiali, il flagello di Hroshima e Nagasaki con le bombe al nepal, carestie, miserie, siccità, epidemie, diaspore, genocidi.
Oggi con la capitolazione dei Grandi Imperi economici, che avevano retto ai cicloni delle invasioni barbariche, allo sgretolamento del Molosso sovietico e dello sfaldamento dei satelliti che gli ruotavano attorno, la situazione planetaria sembrava aver preso un nuovo assetto.
Dobbiamo ammettere che il sistema del Capitalismo si è rivelato una trappola per il comune mortale: ha irriso alla fame dei paesi in sottosviluppo, ha allarmato i paesi a medio raggio di sviluppo, e quasi fatto crollare le finanze dei paesi più civilizzati che non credevano potesse aver fine la loro ingente fonte di ricchezza.
Sono stati scardinati i capisaldi di un modus vivendi per tutti quei paesi mediorientali che avevano intravisto nel crollo dell'imperialismo sovietico e nella caduta del muro di Berlino le loro rivendicazioni materializzarsi col vento di un liberalismo che secondo la concezione globale delle libere merci in liberi stati potessero migliorare il livello esistenziale, quanto meno a costruire sulle ceneri di quei due blocchi (Urss e Medioriente) la loro eterna rivendicazione nei confronti delle regioni più progredite d'Occidente.
L'ambizione era quella di un cambiamento radicale, di un riscatto morale/civile/economico nei riguardi delle angherie e delle brutture indicibili che avevano avuto sotto il regime dittatoriale dell'Est. 
La forza e la potenza dell'impatto però sono state devastanti. La realizzazione di un piano strategico non c'è stato, e ha prodotto un'onda anomala che ha investito in pieno l'intero pianeta, andando a schiantarsi su certi strati sociali più deboli che avevano avuto la fortuna di tirare il collo dal giogo. Affrancati finalmente dal regime, talune popolazioni vedevano nella piena libertà dei paesi più sviluppati la svolta dalle loro condizioni di miseria e di sottosviluppo.
Ma come si può solo pensare che un esercito di esclusi, di diseredati, di poveri, non avvezzi al sistema produttivo industrializzato, non abituati a gestire da soli nemmeno il becco di un quattrino, culturalmente indietro di un cinquantennio, non autonomamente in grado di offrire nient'altro che la bocca per ingoiare,  vissute all'ombra di un mausoleo leniniano/stalinista che li aveva prostrati e resi ectoplasmi, potessero inserirsi in uno strato sociale più civilizzato, più moderno, più solido economicamente e con una cultura lavorativa più all'avanguardia, più tecnicizzata potessero portarsi a pari con gli altri strati della società più avanzata?
Ogni processo umano avviene per stadi e per tempi, occorre un tirocinio, un periodo di adattamento, di trasformazione, di integrazione.
 La globalizzazione poi avvenuta con una spinta propulsiva di accelerazione abnorme (da zero a dieci della scala sociale) è stata di 9 ha creato una faglia dalle dimensioni incalcolabili.
Il meccanismo di solidarietà, di umanizzazione, di pietà cristiana  non ha retto, si è inceppato per l'arrivo a pioggia di una clandestinità, ma anche di una concezione del buonismo peloso fondamentalmente lassista, e poco avveduto di classi dirigenti che hanno intravisto lauti guadagni, da una circolazione senza dazi, ha provocato il disastro.
Ha sottoscritto, senza le dovute cautele selettive, un trattato di Schenkel che ha permesso a merci e persone di transitare liberamente su tutto il pianeta. Anche questo è un concetto fallimentare in partenza, come può, mi dico, passare un accordo che prevede rischi impensabili e sconvolgimenti imprevedibili in un sistema che fino al giorno prima aveva visto dazi per le merci e permessi, nullaosta e lasciapassare per gli uomini? Una selezione andava fatta. Ogni cambiamento, ogni azione umana ha bisogno di mettersi alla prova, di verificare se un certo congegno tenga, o salti tutto. Non si può essere fratelli a pari condizioni, di esseri umani (giusta la terminologia, ma non i risultati), che fino al giorno prima erano esclusi dal contesto di uno status di diritto, di uno status giuridico che ne prevedessero l'integrazione. Dove sta il  buon senso, la logica  di un processo di razionalizzazione del sistema produttivo, dove stanno le pari opportunità, dove e come entra in gioco un modello differenziato di ceti sociali, di etnie e di regole tanto diversificate:  da una parte la ricchezza e dall'altra l'indigenza non può reggere nessuna possibilità di confronto.
Lì, si annida una pericolosa deriva che vede il mondo andare a rotoli, e la follia farsi pagina di storia, trasformazione della specie, sì, ma in regressione, in caduta libera, non in progresso e civilizzazione. Senza stato di diritto né regole e principi fondanti qualsiasi formula va in picchiata.Così, abbiamo assistito a una folla oceanica riversarsi su territori dove a stento si può vivacchiare, dove fino a decenni fa lo sviluppo e la sopravvivenza dei suoi abitanti erano basati sull'agricoltura, solo da qualche decennio si era trasformato in sistema industrializzato,  quello che prima era demandato alle braccia dei lavoratori della terra, ma non aveva fatto in tempo a consolidarsi, a farsi prodotto interno lordo e diventare stabilmente ricchezza nazionale, si è dovuto adattare.
La produzione agricola che non poteva sfamare neppure i suoi abitanti si è dovuta presto moltiplicare come i pesci di Cana (da uno a un milione). Hanno un bel dire i benpensanti ad oltranza, nell'affermare l'idiozia: "occorre l'intervento di braccia di nuova emigrazione a produrre... braccia di nuova manovalanza a portare avanti le nostre imprese urlano" ma dove sono finite le ditte, le industrie per far lavorare braccia straniere? :l'edilizia, l'industria, il commercio hanno chiuso i battenti, il nostro paese ha ridotto organici, messi in cassaintegrazione con ammortizzatori sociali una stragrande maggioranza di disoccupati che domani saranno i nuovi poveri. Altro che non può fare a meno di manovalanza extracomunitaria?quella che si vede è in nero, nero come l'inferno. 
Perciò l'affermazione dei mediocri è una fandonia epocale.
Ma vogliamo scherzare? o ci si fa beffa dell'intelligenza altrui? Se anche vi fosse stata necessità d'integrare con la manovalanza di flussi migratori la stenta economia del sistema Italia, ebbene ne sarebbero dovuti arrivare quel numero sufficiente a coprire il fabbisogno, non altri milioni di diseredati e di mani tese.
Se si vive in un monolocale non si può riempirlo, come se fosse un castello. Dove mangiano, dove risiedono, dove si agitano tutte queste anime in pena? nella greppia bassa, nel ventre molle di un paese altruista e benevolo, che vuole la giustizia per usi strumentali. Ora, riempiamo i nostri granai di povertà, dividiamo con gli altri...ecco il risultato. Sono saltati tutti i congegni, il meccanismo si rifiuta di proseguire, non funziona più il detto: "dove ce n'è per due, ce n'è per dieci". Non va così.
Per dare una degna ospitalità e tentare un'integrazione minima si ha necessità di usare il buon senso e la massima oculatezza. La riflessione di molti immigrati clandestini è infatti: "se è per fare la fame, tanto vale delinquere in Italia, dove la legge non esiste, e la giustizia non prevede la misura certa della pena" . Ecco cosa siamo diventati, lo zimbello del mondo, dove chiunque può mettere una tenda e pensare il giorno dopo di rapire, stuprare, violentare e farla franca. Ove manca il buon senno, mancherà anche la corripondente ragione che lo muove.
Una svolta in realtà è avvenuta, ma purtroppo in peggio. I paesi della fascia orientale hanno reagito con esodi massicci verso l'occidente, e le popolazioni legate al regime nazionalista dell'impero sovietico, non più sotto il giogo dell'imperialismo tirannico e sanguinario, si sono riversate sul mediterraneo e nei paesi a pieno sviluppo industriale: Francia, Germania, Spagna, dove però hanno trovato la situazione economicoa già logorata e inficiata dall'ondata di crisi che ha investito il mondo degli ultimi decenni. 
Ora  il precariato e la disoccupazione incombono come il peggior male del secolo, perché mettono sul lastrico ceti sociali che il sistema economico/industriale aveva creduto di far progredire.
Il fenomeno d'immigrazione ha aperto voragini sul capitalismo del mondo, ne ha mostrato i lati più fragili, ne ha individuato e messo a nudo la malvagità del pensiero umano, votato al suo utile , egocentrico, illimitatamente  ingordo.
La temperie che è avvenuta in modo accelerato e senza freni ha spiazzato la stragrande maggioranza degli abitanti della terra, facendo mettere da parte regole, remore morali, e quant'altro. Non ci rendiamo conto che si parla di sopravvivenza sulla terra?, che l'esercito dei poveri avanza come un fiume che ormai ha scavalcato i livelli di guardia e andrà a tracimare dove nessuno ha mai sospettato?
Vi è una realtà oltre che non è sotto gli occhi di tutti, solo di quelli che riflettono e fanno delle indagini una costante di vita, un osservatorio perenne per tutte le carenze che quotidianamente si registrano nel mondo.
Il pianeta terra è impoverito, le risorse dei Grandi Potentati, delle Nazioni più ricche e attrezzate del pianeta, ad es. (vedi U.S.A.) è stato ridimensionato e reso debole. Chi ne poteva immaginare il crac economico? la caduta in verticale delle Borse Europee, la chiusura dei Colossi finanziari? la sperequazione e l'assottigliamento dei loro grandissimi granai? L'America prima della grande implosione appariva una Nazione invincibile, aveva un sistema di vita alto, un modello monetario fra i più solidi, risorse auree che apparivano inesauribili: è bastata una "bolla finanziaria" da magnetudo 8 a farla tremare e implodere come un pudding. Lo sconvolgimento ha provocato reazioni a catena, mettendo in luce una falla imprevedibile, di proporzioni planetarie. Nessuno prima avrebbe potuto sospettare che l'Impero economico delle Nazioni Unite potesse subire un assottigliamento delle risorse fino a far temere per la sopravvivenza di milioni di abitanti. Quando lo spettro della fame si fa perentorio e si avvertono i cicloni distruttivi anche in luoghi non sospetti, il terrore che prende certi strati di popolazioni si fa molto forte, s'identifica con la paura  della fame primordiale, tale da sconvolgere tutti i meccanismi fin qui esistenti. Un altro grandissimo sbaglio è stato quello di costituire la Comunità Europea, prima che gli Stati Membri fossero tutti allineati allo stesso modello, allo stesso assetto giuridico istituzionale, alle stesse risorse economico/finanziarie, alle stesse modalità commerciali, culturali sciali, in ogni caso, senza essere in sintonia, avere in comune quelle affinità etniche, etico/religiose, socio/culturali, ed economiche che potessero reggere il passo in una linea unitaria d'intesa. Invece, ancora una volta si è messo il gatto nel sacco, prima di vedere se è morto. Oggi, quella negligenza, quella mancanza di visioni condivise, quella sorta di "unione fa la forza" non si sono rivelate le migliori soluzioni, i problemi si sono moltiplicati, la voragine si è aperta su un sistema globalizzato di riserve auree che non è inesauribile, soppiantando tutti gli altri principi e valori. 
 Si punta alla sopravvivenza. Ma come si può pensare a una sopravvivenza che modifichi i suoi assetti a discapito di larghe fasce di popolazione terrestre? L'Unione Internazionale Europea, diciamocela tutta, non è un sodalizio che porta vantaggi in egual misura, non è stata formulato a parità di condizioni, di mezzi e di risorse. E' nata sotto la spinta della necessità immediata di far fronte ai problemi esistenziali, ma ha già al suo attivo in pochi anni : la disoccupazione, lo spettro della fame e il declino di una civilizzazione che sta per subire un arresto epocale. C'è da augurarsi un ripensamento, una revisione dei meccanismi che ne hanno prodotto il danno, ma non accadrà in tempi brevi e il peggio è ancora in agguato.
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