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29 dicembre 2011 4 29 /12 /dicembre /2011 13:47

a cura di

In un mondo così telematico, carico di messaggi multimediali, di comunicazioni via etere, in tempi reali, crede che la Poesia possa avere ancora ascolto? oppure viene messa da parte come obsoleta?
La poesia non sarà mai "obsoleta", possiede quel fascino particolare, tra il magico e l'esoterico che fa la differenza, la distanzia nettamente dalle altre espressioni umane. Comunicare con la poesia è un evento irripetibile, quasi soprannaturale, la prima parola la suggerisce un Ente superiore sconosciuto, il resto lo scrive il poeta con la sua umanità, la sua sensibilità, analizzando e scrutando quel suo mondo interiore fatto di deterrente stratiforme, senza regole e pervasivo del genere umano che accompagna questa sorta di messaggio sulle ali del vento, lo fa vibrare, lo trasferisce agli altri come "dono" intermediario tra sé e l'ignoto, tra il sé egoistico e insincero e la voce dell'umanità che ascolta, che interloquisce attraverso la lingua del poeta ad un incanto primordiale di cui nessuno sa dare spiegazione. Sarebbe come dire che il messaggio della Poesia proviene dal profondo, dall'incognita genetica di un destino umano che non è stato creato per deludere la forma, ma per creare armonia e bellezza  -tra le forme stesse-. Perciò non resterà mai ai margini di un processo culturale in evoluzione se si vuole continuare a istruire il concetto di progresso intelettuale, umano e storico dell'umanità. Dico sempre che : finché c'è un poeta sulla terra, la poesia vivrà e verrà diffusa nel cuore e nella mente come suprema bellezza del creato, supremo elogio dello spirito contro la materia.
Ogni tanto si vede realizzare dalla TV, in modo del tutto occasionale qualche programma di poesia, qualche lettura. Lei ritiene che introdurre nel linguaggio mediatico la Poesia sia un modo per coinvolgere più lettori? cosa ne pensa?
Se è vero che in Italia esistono secondo sondaggi Data-Media  dai 13 milioni ai 15 milioni di scrittori di poesia, o pseudo tali) è anche vero che come minimo si prevedano 60.000 lettori, (per pareggiare quei famosi 4 lettori di manzoniana memoria). Ma nessuno di noi poeti immagina di avere quattro lettori, a dire il vero, è già tanto, se ci legge anche uno solo. Riguardo l'introduzione di programmi poetici così estemporanei e rarefatti nei format televisivi è un pessimo esempio di cultura, questo sta a significare che l'ascolto dei programmi culturali è sottovalutato e disatteso. In Italia non c'è la cultura lirica, (che è l'entroterra della cultura stessa, il suo antefattto, l'humus), non c'è preparazione a capire la Poesia e a renderne partecipe il pubblico, si ritiene (a priori, e a torto) che la cosa non interessi nessuno. Perciò la espongono in ore inconsuete, a notte fonda, o quando non hanno di meglio da proporre. Se qualche dirigente RAI la propone è perché ne è sensibilizzato individualmente, non perchè ritiene abbia "audience". La cosa sorprende, perché a interessarsi di poesia sono parecchie migliaia di autori, e con un apparato editorialistico, da indotto, che lascia intravedere un mercato gonfio di lauti guadagni da parte di Editori, ma si ritiene (e ripeto a torto) che la Poesia interessi solo un pubblico d'elite, lasciando intendere che c'è una grande massa di utenza che non gradisce e non capisce. Non è affatto così, ma l'emarginazione coatta dei canali mediatici monopolizzati da soubrettine, veline, passaparoline, è ormai a livelli di arretratezza tali da essere considerati cavernicoli.
Come viene recepito il messagio poetico dal pubblico medio per intendersi, quello che non fa poesia?
La poesia tra il pubblico medio è bene accolta, perché non vi può essere nel genere umano chi non la sappia apprezzare. La poesia è parte dell'esistente di ognuno, la parte più nobile e subliminale della storia spirituale, la più vicina a Dio, la più dotata di bellezza e di fascino, perché sa parlare al cuore e alle menti, sa dare un'accelerazione al vuoto che incombe, alla solitudine che attanaglia, al male che pervasivamente affrontiamo nel quotidiano. La poesia lenisce, rende il progetto d vita più denso, più ricco, più accettabile dal lato intellettivo.
Quale ruolo ha la poesia nel nostro tempo?
I tempi che viviamo non sono i più favorevoli alla poesia, non ci orientano verso episodi di luce e di conciliazione interiori. Sono portatori d'inquietudine, di malcontento, di disagio sociale e moralw. Il tessuto umano è lacerato da troppe incongruenze, inadeguatezze, assenze. Ognuno vive il suo malessere come qualcosa di ineluttabile, con rassegnazione e passività. Bisognerebbe amarsi di più, invece. Amare ciò che di bello ci circonda, anche la Poesia ad es. perché ci porta un minimo di conforto e di compensazione che gratifica il nostro stato d'animo così martoriato e in stato di afflizione perenne. La poesia equivale alle note alte di un violino,  come la musica non può essere ignorata, perché tocca le corde sensibili dell'io, allo stesso modo la Poesia ci rende partecipi della cosmogonia, della vastità del nostro essere "cellula" dell'infinito, esuli temporanei in una terra che non ci appartiene. Il ruolo della Poesia dunque è di primaria importanza perché interagisce con un extraterreno, con un ultramaterico che è la condizione -sine qua non- della nostra essenza, della nostra esistenza.
Il sentimento coinvolge la Poesia, il mondo dei giovani, soprattutto oggi, è disposto a seguire un mondo astratto, subliminale, che non dà quasi nulla in termini di gratificazione immediata, di successo, e di guadagno facile?
Tocca un ganglo scoperto della società di oggi. Una società fatta a immagine di celluloide, di interessi, di immagine, di guadagni facili. Per fortuna, i giovani non sono tutti così. Mi capita spesso, durante i vari incontri nelle Scuole di ogni ordine e grado, alle quali vengo chiamata per introdurre il tema poetico, di trovare giovani molto interessati alla Poesia, qualcuno di essi addirittura dotato e pronto per dare il meglio di sé, certo con un po' di tirocinio e di buone letture. Il bisogno di Poesia è inversamente proporzionale alla necessità del guadagno. Vi sarà sempre chi preferirà il vile denaro ad una bella poesia, ma in ogni modo il mondo delle scuole è salvo, i nostri ragazzi sono migliori di quanto loro stessi sanno. Non sono marci dentro, vi è in loro la coscienza di un futuro migliore, l'alba di un giorno che verrà e non sarà di spregevole pecunia, ma di meravigliose armonie sulla terra dei padri. Non è perduta in loro la speranza. Non spegniamo la luce nei loro occhi, sottovalutando i loro immensi patrimoni intellettivi.
E' lo spessore intellettuale a creare la Poesia? o si nasce Poeti?
La poesia è altro persino da se stessa. La poesia non la crea l'intelletto a tavolino, a freddo, attraverso il cerebralismo tout cout, non la crea l'intellettualità astratta e aliena dal sentimento, è parte integrante di un patrimonio, sì, intellettivo  che definirei <percettivo> perché accoglie su di sé le maggiori, le più intense e ricche suggestioni, le più alte e meno abiette virtù dello spirito. Vi è una parte dell'intelletto, detta: "Area di Broca" (dal suo scopritore) che è deputata al linguaggio. Ragione questa che la mette al riparo da scempi di natura estranea alla poesia stessa, che è armonia, sinergia con i fattori interni all'essere, che sono la fonte dell'ispirazione perfettibile. In poche parole, lo spessore intellettuale vi è coinvolto, ma in minima parte, per il resto è un occhio vigile sul mondo, una finestra aperta nel nostro mmaginario, nel panorama delle nostre indagini interiori che qualifica e rende unica e irripetibile la buona Poesia. Si può nascere poeti, ma si può scoprire di esserlo in più tarda età, bisogna solo essere dotati e sensibilizzati al poiein, cioè al fare, al creare in poesia.  

 

 

 

 

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29 dicembre 2011 4 29 /12 /dicembre /2011 09:24

VI PREGO, MIEI CARI AMICI, QUANDO PROVATE QUALCHE MIA RICETTA, INTERVENITE E FATE COMMENTI. MI DARETE LA SPINTA A CREARNE SEMPRE DI NUOVE E PARTICOLARMENTE APPETIBILI. NON AVERE NESSUN SEGNALE, MI DEMORALIZZA E MI TOGLIE L'ENTUSIASMO DI PREPARARE ALTRI MANICARETTI PER VOI. PERCHE' EQUIVALE A RIMANERE LETTERA MORTA OGNI MIO TENTATIVO DI ALLIETARVI LA VITA. GRAZIE

VI AUGURO CHE IL NUOVO ANNO SIA PER VOI UNO STATO PERMANENTE DI GRAZIA SERENA E LIETA

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28 dicembre 2011 3 28 /12 /dicembre /2011 09:55
a cura di Ninnj Di Stefano Busà
"Vertigine d'acqua" è l'ultimo lavoro poetico di Nicoletta Di Gregorio, un vademecum esistenziale nel quale l'autrice si mostra in tutta la sua ampiezza, esplorando la gamma delle sue ricerche intellettuali e umane in atmosfere dense di luce, di chiaroscuri, di aperture atti a mostrare l'incanto della parola in un lirismo rinnovato e sorretto dalla creatività. La raccolta di testi si svolge attraverso un itinerario che precorre e percorre l'excursus privato che si coagula, si fonde e rifonde, attraverso immagini di repertorio inconsuete. Un far poesia, quello della Di Gregorio, che accompagna la coscienza del reale, pur non estraneandosi dal sogno, dal suo infinito flusso e riflusso di pensiero, proprio come dinnanzi ad una vertigine d'acqua.
Chi guarda dall'alto di una rupe la vasta distesa d'acque fluttuanti non può fare a meno di provare una sorta di "vertigine"...Ecco, così, appare la realtà temporale di Nicoletta, una dirompente vastità in cui si annullano le sensazioni del quotidiano per inseguire  -il sogno-  che s'insinua nelle pieghe più profonde dell'animo, come una misura "altra" una dimensione che si smaterializza dalla realtà per attraversare la trasparenza ignota e misteriosa dell'immaginario.
Nicoletta Di Gregorio si avvale di ritmi interni al verso, gioca con una prospettica visuale che incanta. Il lettore non può non rimanere colpito dalla sua straordinaria eleganza lessicale, dalla sua abilità scrittoria, che fanno di ogni testo un traguardo per sempre nuove esplorazioni di luce, che inevitabilmente, in un contesto così ampio di evoluzioni di pensiero si ripresentano, si alternano, si avviluppano, talvolta anche intrecciandosi tra loro, come matasse filiformi di immagini fluttuanti mai dome, perché la creatività dell'autrice è indefettibile, inesauribile, stratiforme, sa trovare armonie flautate, o cristallizzarsi in afflati d'ombra solitari, in nicchie che hanno la malinconia assorta di un procedere lento, smagnetizzato dalla realtà di ogni giorno, ma ad esso connesso per necessità di superamento dentro un contraddittorio che lo deforma e lo denuda.
Nicoletta Di Gregorio intrattiene un rapporto privilegiato con il lettore perché lo accompagna a respirare l'episodio meraviglioso del suo immaginario sensibile, lo trascina in un empireo quasi favoleggiato in cui si annullano le distanze sensoriali per rincorrere e attraversare territori iperurani, mondi condivisibili in cui la nostra levità ha senso nella coscienza di un traguardo ultimo di vita, "oltre"noi stessi.
Vi è in quest'autrice la sublimità del narrato, vi si riscontrano le caratteristiche di una trndenza al verso libero, che tuttavia non si mostra mai prosastico, perchè molto attento al valore fonico del linguaggio, il quale di sovente sa creare suadenti impasti sonori, eccezionali chiuse elegiaco/tonali molto raffinate.
I risultati sono sempre convincenti e armoniosamente raggiunti, pienamente realizzati da un complesso sincronismo che crea una poesia "soft" scevra da orpelli e sontuasamente incastonata in atmosfere idilliache che hanno il respiro profondo della sapienza del cuore, una architrave che sa impostare cauti messaggii di malinconia, senza darlo a vedere, perché anzi quella malinconica luce sa avvolgere e trasportare in un neorealismo di silenzi, di obliosi traguardi introspettivi che fanno la differenza. L'emozione non ricalca scritture già lette, perchè nell'avventura letteraria Nicoletta Di Gregorio è sempre nuova negli ampiamenti diversificati della sua esperienza poetica, pur senza allinearsi alla tradizione simbolista, sa stabilire una cifra personale unica e irripetibile: stupore indefinibile che ci pervade in una lunghezza d'onda che, seppure a volte sfiora l'ermetismo, sa individuare i tratti salienti di un sentire illuminante di suggestioni e di memorie, che è proprio della vera, alta poesia.
Andando avanti nella lettura, questa poetica mi appare una fantastica miscellanea di note, di sfumature, in un tirocinio poetico di grande levatura che sa individuare la stagione neorealistica, pur non estraneandosi dalle soluzioni stilistiche più moderne .
Modelli di perizia linguistica vanno quanto meno evidenziati, di cui la poetessa fa sfoggio in un andirivieni di luci, di lampeggiamenti, di sigle sue proprie, creando atmosfere fantastiche a cavallo tra lo sperimentalismo e il classicismo, ciononostante marcando, riferimenti ermetici che ribadiscono la lezione e l'assimilazione di poeti d'alto rango.
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27 dicembre 2011 2 27 /12 /dicembre /2011 10:14
di Ninnj Di Stefano Busà

INGREDIENTI: 4 salsiccette, 1 disco da 250 gr. di pasta sfoglia pronto. 1 scalogno, mezza melanzana, 2 ciuffetti di prezzemolo,50 gr. di parmigiano grattugiato, 1 rosso d'uovo, 1 noce di burro, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

Tagliate la melanzana a piccolissimi cubetti, tenetela in acqua salata a perdere l'amaro, fate rosolare scalogno tritato finemente in una padella con 3 cucchiai d'olio, aggiungete i dadolini di melanzana molto strizzati al soffritto, fateli rosolare per 5 minuti, aggiungete il trito di prezzemolo, il parmigiano e lasciate da parte. Nella stessa padella, fate dorare con una noce di burro il rotolo di salsiccette alle quali toglierete la pelle unendole insieme in un solo salsicciotto, aggiustate di sale e pepe. Stendete in una teglia foderata di carta forno il disco di pasta sfoglia, adagiatevi il rotolo di salsiccia, copritelo col soffritto di melanzana e arrotolatelo su se stesso formando uno strudel.  Effettuate qualche taglio trasversale alla sfoglia in superficie. Spennellatevi sopra il rosso dell'uovo e mettete in forno preriscaldato a 200 ° per 15 minuti. Estraetelo fatelo intiepidire e affettatelo
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24 dicembre 2011 6 24 /12 /dicembre /2011 15:21
di Ninnj Di Stefano Busà                    
VI APPARIRA' STRANA E ANTICONVENZIONALE, MA E' UNA RICETTA GUSTOSA E PIACEVOLE

 

INGREDIENTI: 6 fusi di pollo, 1 limone, 1 bicchierino di Brandy, 3 rametti di prezzemolo, 1 noce abbondante di burro, 250 gr, di panna, 2 tazzine di caffè ristretto, 2 albumi d'uovo, 1 cucchiaio di mascarpone, 1 pizzico di noce moscata, olio extravergine di oliva, sale e pepe.

Lavate e asciugate i fusi di pollo, lasciateli in infusione nel succo di limone e prezzemolo tritato. In una larga padella antiaderente con 2 cucchiai d'olio e il burro fateli rosolare da tutte le parti. Sfumateli con il Brandy, fatelo evaporare e cuocete per 15 minuti. Intanto, preparate la crema al caffè, mescolando il caffè ristretto, la panna, 1 cucchiaio di mascarpone, la noce moscata, aggiungete gli albumi sbattuti a neve fermissima (con una puntina di sale fino). Amalgamate accuratamente tutti gli ingredienti e ponete la salsa preparatea nel fondo di un vassoio, sistematevi tutti i fusi di pollo sopra, cospargete ancora con un battuto finissimo di prezzemolo  e servite accompagnato da un Sangiovese di Romagna. 
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24 dicembre 2011 6 24 /12 /dicembre /2011 14:39
di Ninnj Di Stefano Busà

 

INGREDIENTI: 1 kg di scampi grossi, 200 gr. di formaggio molle philadelphia, 1 vasetto di yogurt, 50 gr. di gorgonzola dolce, mezzo spicchio di aglio, 4 cucchiai di mandorle tostate.
Lavate abbondantemente sotto l'acqua corrente gli scampi. Immergeteli in una infusione di olio, (2 cucchiai), succo di mezzo limone, aglio sbuccisto e schiacciato (che poi eliminerete) aggiungete un pizzico di rosmarino (secco). Tenetelo in infusione almeno due ore. Fateli cuocere per 8 minuti col loro fondo di infusione in una padella antiaderente, mescolandoli di tanto in tanto. Estraeteli, sistemateli in un vassoio. Preparate la crema di yogurt e formaggi. Mescolate il formaggio philadelphia con il gorgonzola  e lo yogurt, aggiungete le mandorle tostate e tritate, versate questa crema in una ciotola e accompagnate gli scampi. Vino consigliato un Salopaga bianco o uno Chardonnay del Trentino.
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24 dicembre 2011 6 24 /12 /dicembre /2011 14:15
di Ninnj Di Stefano Busà   
 UN CLASSICO DI CASA MIA SULLA TAVOLA DI NATALE
INGREDIENTI: 1 kg o più di gamberoni, 4 cucchiai di olio extravergine di oliva (di ottima qualità), il succo di un intero linone non trattato con una grattatina di buccia, 3 ciuffetti di prezzemolo, mezzo cucchiaino di miele, un pizzicone di sale,

Lavate molto bene i gamberoni sotto l'acqua corrente. Intanto in una ciotola mescolate l'olio. il succo dell'intero limone e il miele, date anche una grattatina di buccia di limone. Sbattete energicamente con una forchetta il composto finché risulti ben omogeneo. Sistemate i gamberoni sulla placca del forno unta d'olio e versate il sughetto ottenuto sui gamberoni, teneteli in infusione per almeno due ore prima di porli in forno preriscaldato a 150° per 6/8 minuti. Durante la cottura mescolateli e fateli insaporire nel sughetto di fondo. Versateli in un vassoio rivestito da larghe foglie di insalata ben lavata e asciugata, contornate con fettine di limone e cospargete abbondantemente di prezzemolo.tritatissimo. BUON APPETITO con un vino eccellente, un rosato Five Roses di Lecce 

 

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23 dicembre 2011 5 23 /12 /dicembre /2011 11:32
di Ninnj Di Stefano Busà     
NON PUO' MANCARE SULLE TAVOLE DI NATALE! una ricetta inventata completamente dalla mia fantasia per i miei assidui e affezionati lettori.
INGREDIENTI: 300 gr. di salmone affumicato, 500 gr. di salmone fresco, 1 scalogno, 2 cucchiai di Brandy, aromi vari: zenzero, erba cipollina, cerfoglio e menta, olio extravergine di oliva, sale e pepe verde.
In una padella antiaderente con 2 cucchiai d'olio fate rosolare lo scalogno tritato molto finemente. Aggiungete il salmone fresco tagliuzzato a piccolissimi pezzetti (quasi scagliette). Fate saltare appena un minuto insieme al soffritto, aggiungete un pizzico di sale e sfumate col Brandy. Spegnete la fiamma. Unite il salmone affunicato tagliato molto finemente, tutti gli aromi, (anche secchi). Mescolate molto bene e preparate delle piccole tartare con uno coppapasta o con un bicchiere capovolto. Guarnite ogni tartare con una fogliolina di menta e di cerfoglio. Sistematele su un vassoio che abbia un letto di cicorino o di lattuga fresca e servite. 
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23 dicembre 2011 5 23 /12 /dicembre /2011 11:01
di Ninnj Di Stefano Busà        UNA VERA SQUISITEZZA
INGREDIENTI: 80 gr. di zucchero, 4 tuorli sodi,70 gr. di fecola, 130 gr.di farina bianca, 130 gr. di burro, la buccia di limone grattugiata 1 cucchiaio di Alchermes, 1 fialetta di vaniglia, 2 vasetto di ciliegie sottospirito ( o candite)1 pizzico di sale.
Rassodate le uova (8 minuti dal primo bollore), sgusciatele e schiacciateli con una forchetta. Impastate le farine con lo zucchero, il burro, la vaniglai, la scorza di limone grattugiata, il liquore, aggiungere i tuorli schiacciati e lavorare velocemente, NON FATE SCALDARE TROPPO L'IMPASTO TRA LE MANI. Avvolgerlo in pellicola trasparente e porre in frigo per un'ora. Riprendete l'impasto, formate tante piccole pallottole con le mani (della grossezza di una noce allungata) e premete al centro un pochino col pollice per effettuare un leggero incavo, dove (a fine cottura) andrete a sistemare 1 ciliegia per ogni dolcetto. Foderate la placca del forno con carta-forno, allineate i dolcetti, distanziandoli tra loro e cuoceteli in forno a 180° per 12 minuti, finchè risultino dorati. Estraeteli, fateli raffreddare, inserite la ciliegia nell'incavo di ognuno e servite.   
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23 dicembre 2011 5 23 /12 /dicembre /2011 10:27

CHI E’

 

Ninnj Di Stefano Busà, nata a Partanna, laureata in Lettere, è tra le figure più note e rappresentative della pagina culturale dei nostri giorni, tra le più conosciute e qualificate scrittrici a livello internazionale.

Poetessa, critico, saggista e giornalista. Inizia a scrivere poesia a 13 anni. Si occupa di Estetica e di Letteratura, di Storia delle Poetiche, oltre che di Critica e di Scienza dell'Alimentazione.

La sua vasta opera è raccolta in saggi, studi critici e articoli di varia natura.

Della sua attività si sono occupate molte tra le più qualificate personalità della pagina letteraria contemporanea.

Incoraggiata da Salvatore Quasimodo, (Premio Nobel) suo corregionale e amico di famiglia, inizia a scrivere la sua prima raccolta poetica che avrebbe avuto l'avallo dello stesso, se da lì a poco, non fosse deceduto.

L'infausto evento non la ferma, pubblica la sua prima opera senza l'avallo di nessuno e ottiene l'approvazione di Carlo Bo, successivamente di Mario Sansone, Franco Fortini, Giorgio Bàrberi Squarotti,  Walter Mauro, Alberto Frattini, Antonio Piromalli, Davide Rondoni, Giuseppe Benelli, Fulvio Tomizza, Attilio Bertolucci, Dante Maffìa, Sirio Guerrieri, Ferruccio Ulivi, Marco Forti, Pasquale Maffeo, Geno Pampaloni, M. Luisa Spaziani, Giovanni Raboni, Silvano Demarchi, Vittoriano Esposito, Emerico Giachery, Paolo Ruffilli,  Sandro Gros-Pietro, Guido Zavanone, Antonio Coppola, Edoardo Sanguineti, Carmine Chiodo, Francesco D'Episcopo, Antonio Spagnuolo, Alda Merini e molti altri che, a vario titolo, e in diverse occasioni, le hanno dedicato prefazioni, recensioni, saggi critici, monografie etc.

Ha presieduto  XX edizioni del Premio  “INIZIATIVE LETTERARIE- Unione Nazionale Scrittori” Presiede inoltre dal 1991 il Centro internazionale delle poetiche. Collabora con un progetto culturale di letterature tra i popoli, attraverso il Consolato dell’Ecuador in Italia. Fa parte di numerose e qualificate Giurie. Dirige la nuova collana “Magister” dell’Editrice Tracce di Pescara.

 

In Poesia ha pubblicato 20 raccolte, quasi tutte premiate o, in forma inedita con pubblicazione-premio al vincitore, o successivamente, come libro edito (a pubblicazione avvenuta). Si segnalano i seguenti titoli:

 

OLTRE IL SEGNO TANGIBILE (1986, 2° ed. 1987 esaurito)

 

LO SPAZIO DI UN PENSIERO (1988 Ed. Gabrieli vince il Premio editoriale L'Ala della Vittoria, con la pubblicazione)

 

QUEL LUCIDO DELIRIO, (1989, vince il Premio “Editrice Il Grappolo”con la pubblicazione)

 

SORTILEGIO DI RIFLESSI, (1989, vince il premio "Cinque Terre" La Spezia, con la pubblicazione)

 

LA PAROLA ESSENZIALE (1990)

 

ABITARE LA POLVERE  (1990, pref. di A. G. Brunelli, pubblicazione-premio al vincitore, Editore Agemina, Firenze)

 

L'AREA DI BROCA (1993, tradotto anche in francese e presentato a Parigi, pref. Antonio Piromalli, vince il Premio Città di Pontinia, 1994)

 

L'ATTIMO CHE CONTA (1994, pref. Vittorio Vettori, vince il Premio "Cinque Terre" stesso anno)

 

CERCATORI D'INFINITO  (Belgrado, 1994, tradotto interamente in serbo-croato)

 

ANCHE  L'IPOTESI (1995, pubblicazione-premio vince il Premio Histonium, Vasto)

 

QUELLA DOLCEZZA INQUIETA (1997, pref. Vittoriano Esposito, vince il Premio "Atheste"  della Regione Veneta 1998)

 

LE LUNE OLTRE IL CANCELLO (1998 pref. Giorgio Bàrberi Squarotti, pubblicazione-premio al vincitore "Libero De Libero, Fondi )

 

IL DESERTO E IL CACTUS (1998, pref. Maria. G. Lenisa vince il premio -pubblicazione R. Micheloni, Lunigiana)

 

IN ALTRO LUOGO (2001 Sanremo, pluripremiato)

 

ADIACENZE E LONTANANZE (2002 pref. Neuro Bonifazi - postfazione Dante Maffìa)

 

L'ARTO FANTASMA (2005, Ed. Lineacultura, pref. Giovanni Raboni, vince il Premio "Maestrale, Sestri)

 

TRA L'ONDA E LA RISACCA (2007, Ed. Bastogi, pref. Marco Forti, introduzione di Francesco D' Episcopo, pluripremiato)

 

L'ASSOLUTO PERFETTO (2010, Kairos, pref. Antonio Spagnuolo, vincitore dei Premi “Franco Delpino” e “Histonum” Vasto)

 

QUELLA LUCE CHE TOCCA IL MONDO (2010, Ed. Bastogi, pref. Emerico Giachery, pluripremiato) 

 

NELLA ROSA DEI VENTI (2011, ed. Ursini pref. di Giorgio Bàrberi Squarotti) .

 

Ha pubblicato: 

 

IN SAGGISTICA :

 

IL VALORE DI UN RITO ONIRICO (1989, ed Il Ponte New York)

 

L'ESTETICA CROCIANA E I PROBLEMI DELL'ARTE (1986 vince rispettivamente i Premi La Magra ", La Spezia, il Premio G. Parise   di Bolzano e il Premio "Nuove Lettere " dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli, tutti nel 1997, una sez. di esso consegue il Premio "T. Casini” dello stesso anno.

 La scrittrice è Presidente della Lombardia dell'Unione Nazionale Scrittori 

E' stata inoltre insignita di attestato di Benemerenza per la Cultura da parte della Società Argentina degli Scrittori, per i suoi meriti letterari in un Convegno di Studi a Buenos Aires nel 1990. Le è stato conferito il Premio "Giano" quale riconoscimento alla Carriera Critica nel 2006.

La sua produzione ha riscosso molti consensi anche all'estero, presso Sedi Universitarie e Istituti Italiani di Cultura: a Rio De Janeiro, a Parigi, a Buenos Aires. Tradotta in francese, inglese, tedesco, spagnolo e serbo-croato. Ha tenuto molte conferenze in vari paesi esteri, partecipando a Convegni di Studio e Ricerche sulla Letteratura: Rijeka, Trieste, La Spezia, Roma, Bari, Parigi, Buenos Aires, Napoli, Milano.

Fa parte o è Presidente di molte prestigiose Giurie in varie parti d’Italia.

In qualità di Docente ha tenuto per molti anni Corsi di Letteratura e Storia delle Poetiche presso l'Università Terza di Milano.

Le sono state dedicate tre monografie da critici molto apprezzati e competenti.

E' collocata nella Storia della Letteratura Italiana, in sei volumi dell'Editore Simone per le Scuole Superiori e i Licei.

Tra gli ultimi premi alla Carriera e alla Cultura, vanno almeno annoverati il prestigioso Premio dell'Assessorato alla Cultura della sua città di origine Partanna, dalle mani del Sindaco; il riconoscimento del Senato della Repubblica dalle mani del Sindaco di Chiavari, il Premio alla Carriera all'Histonium di Vasto e quello dell'Accademia internazionale di Paestum ricevuti tutti nel  2010. Inoltre vanno almeno menzionati i Premi: “Pegasus” di Cattolica; “ScrivereDonna” Editrice Tracce-Pescara; Finalista ai Premi: “Alfonso Gatto”; “Mario Luzi”Festival-Evento e LericiPea tutti del 2011.

E’ Presidente di uno programma culturale internazionale con L’Ecuador, con il quale l’Italia vanta rapporti di integrazione e amicizia attraverso il Consolato e l’Istituto Italiano di Cultura e per il quale è stata insignita di onorificenza di “Gran Dignitario” di Letteratura, (l’equivalente del ns. Cavalierato) nell’ottobre 2011.  A Roma, il 9 maggio 2013 è stata insignita di Laurea ad honorem dall'Università Pontificia Salesiana.

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